Pubblicizzare il gioco d’azzardo sia online che offline non è mai stato così complicato come negli ultimi mesi. L’industria del settore è alla ricerca di alternative rispetto agli spot tradizionali che in alcuni Paesi sono stati bannati o saranno vietati presto in nome della lotta alla ludopatia e al sostegno del gioco responsabile.

I casi di intervento in questo senso sono sempre più numerosi e la sensibilità popolare, soprattutto in Europa, si sta schierando dalla parte del sostegno a normative restrittive nei confronti di questo tipo di pubblicità.

Intervento di contrasto in Italia
Il Decreto Dignità del 2019 vieta in Italia ogni forma di pubblicità di giochi e scommesse sportive con l’intento di contrastare il fenomeno della ludopatia che si sta diffondendo come una piaga nel nostro Paese come in molti altri in tutto il mondo.

Come tutte le iniziative governative, anche questa è stata accolta da reazioni contrastanti: chi l’ha lodata per il nobile intento e chi invece, pur apprezzandone le motivazioni che sono condivisibili da tutti, ne critica però il metodo e gli interventi intrapresi.

La ludopatia è una dipendenza che coinvolge sia l’aspetto psicologico, sia quello sociale che economico dell’individuo che rischia di rovinare un’intera famiglia, fare piazza pulita degli affetti intorno a sé e doversi rivolgere a prestiti con tassi usurai che renderanno la possibilità di riprendersi sempre più complicata.

Il divieto di pubblicità ha penalizzato in modo particolare le società sportive, soprattutto quelle di calcio, che fino a pochi mesi fa ricevevano un importante fetta delle loro entrate dal mondo dell’azzardo e delle scommesse.

Ad essere coinvolte in questa azione sono state la stessa Federazione nazionale di calcio e la Lega di Serie B anche loro oggetto di sponsorizzazione da parte di queste aziende.
Le critiche, quindi, sono piovute soprattutto da questo ambiente e ovviamente da quello degli operatori economici direttamente interessati che sostengono l’inutilità di queste azioni in quanto non ridurrebbero il fenomeno della ludopatia, ma spingerebbero sempre più persone a rivolgersi al mercato nero del gioco illegale.

Nuove direttive in Spagna
La linea di condotta intrapresa dal Governo italiano in materia di contrasto alla diffusione patologica del gioco d’azzardo soprattutto tra i più giovani sembra stia facendo scuola.

Non si arrestano, infatti, le notizie di prese di posizione da parte di alti esponenti di altri Stati europei che prospettano più o meno ufficialmente una serie di interventi a riguardo.

Nel recente discorso di insediamento il neo premier spagnolo Sanchez ha accennato anche alle misure che intende adottare per regolamentare la pubblicità casinó online e delle scommesse online cercando di prevenire la dipendenza.

Dal 15 gennaio 2020, dunque, anche in Spagna sono presenti normative che tentano di ridurre l’impatto dei messaggi lanciati dal mondo del gioco online soprattutto nei confronti dei soggetti più vulnerabili come i più giovani.

Non si tratta, infatti, di un divieto totale alla pubblicità, ma di una riduzione togliendola dalle fasce orarie più critiche e dai dintorni dei luoghi più comunemente frequentati dai ragazzi.

Una parte degli introiti ricevuti dall’industria del gioco d’azzardo saranno reinvestiti in attività preventive di informazione per far sì che tutti siano a conoscenza non solo degli aspetti positivi legati a questa attività, ma anche agli eventuali rischi che comporta.

La riduzione dell’impatto a livello patologico del fenomeno, oltre che a un maggiore benessere generale, porterebbe alla lunga anche a un consistente risparmio economico per le casse statali in quanto si andrebbero a ridurre gli interventi della sanità pubblica per soccorrere gli affetti da ludopatia.

Situazione in divenire in Belgio
Un’altra azione mirata al progressivo divieto alla pubblicità del gioco d’azzardo è prevista in arrivo per il mercato belga le cui autorità hanno monitorato nel corso del 2019 il rapporto tra spot del settore e mondo del calcio nazionale cercando di capire se potesse portare a un incentivo del gioco o meno.

In Belgio sono addirittura 14 su 18 i club della massima serie a ricevere aiuti dalle aziende operanti nel mondo delle scommesse sportive. Oltre che sulle maglie ufficiali indossate durante le partite, la pubblicità è presente anche nei loro siti e nei feed delle pagine ufficiali dei social media.

Lo studio ha evidenziato che l’attività di scommessa si intensifica nei giorni di maggiore esposizione pubblicitaria e che lo stretto legame con il mondo del calcio può portare a una normalizzazione del gioco d’azzardo acuendo alcune problematiche ad esso legate.
Per questo motivo, lo Stato belga prevede per il futuro un inasprimento della normativa che regola questo tipo di pubblicità, anche se al momento nulla è ancora stato definito con certezza.

Non vi è dubbio che si debbano attuare misure di contrasto al fenomeno della ludopatia, ma la metodologia degli interventi attuati non mette tutti d’accordo. Non è facile, infatti, tutelare i soggetti più deboli e al contempo non urtare gli interessi economici di importanti settori economici e non favorire il ricorso al canale illegale.