Sembrano veramente inconciliabili le posizioni delle associazioni e quelle del Ministro dell’Ambiente sulla possibilità di “rimozione” (uccisione, secondo le associazioni) da attuare sulla popolazione di lupi italiani.
Lo stesso Ministro, dopo che oggi la Conferenza Stato Regioni ha restituito per chiarimenti il Piano, esce con una nota stampa per ribadire la sua posizione.
Da un lato le associazioni, con il WWF in testa, che avevano affermato come il voler prevedere l’eliminazione dei lupi è poco coinciliabile con l’emergenza bracconaggio nel nostro paese. Dal canto suo il Ministro risponde come “di fronte al bracconaggio non mi volto dall’altra parte”.
Per le associazioni il ritorno del Piano al Ministero dell’Ambiente (fatto che rappresenta un rinvio sulla valutazione di possibili abbattimenti e non la certezza di un definitivo accantonamento) rappresenta indubbiamente una vittoria. Il pressing mediatico rivolto soprattutto nei confronti dei Presidenti delle Regioni, era stato possente: in sintesi, i lupi non si toccano, fermo restando che la zootecnia deve essere resa sicura.
Il Ministro, commenta senza sciogliere il nodo centrale. “Spero che il rinvio della discussione politica sul piano di conservazione del Lupo serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma ventidue misure di grande valore scientifico che salvano la specie. Oggi sono 300 i lupi uccisi ogni anno dal bracconaggio, su una popolazione totale di 1500 esemplari. Spero che di fronte a questo dato nessuno, ambientalisti e rappresentanti delle Regioni, voglia voltarsi dall’altra parte. Io non lo faccio”.
Gli ambientalisti, però, tra i punti di criticità sollevati esponevano proprio quello della mancanza di un censimento attendibile del numero dei lupi italiani. Manca, infatti, una banca dati centrale ed una visione complessiva, intesa anche in termini numerici, dell’espansione dei lupi in Italia.
Ad ogni modo per Galletti, nelle azioni a tutela del lupo è previsto “un nuovo nucleo antibracconaggio composto dai Carabinieri forestali e dalle polizie locali, l’addestramento di cani al rilievo di bocconi avvelenati, le vaccinazioni gratuite dei cani randagi, misure di prevenzione e di contrasto all’ibridazione, altro grosso pericolo per la specie. La norma tanto discussa, quella sul deroga al divieto di rimozione dei lupi, riguarda singoli casi eccezionali e può essere richiesta dalle Regioni solo al termine di una lunga trafila di prescrizioni e concessa solo dopo il parere tecnico dell’Ispra, che valuta le richieste caso per caso”.
“Il piano per il Lupo – ha concluso il Ministro – è uno strumento irrinunciabile: non si perda, per qualche impuntatura ideologica, l’occasione di restituire un equilibrio naturale al rapporto tra uomo e lupo, che oggi in molte realtà è esplosivo e mette a rischio la specie, l’uomo e le sue attività”.
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