Protagoniste indiscusse degli ultimi anni, le criptovalute hanno vissuto un’ulteriore impennata soprattutto durante la pandemia. Il Bitcoin infatti ha conosciuto nuovi picchi, riaprendo così il dibattito – mai del tutto sopito, in verità – sulla possibilità per la moneta digitale di sostituire completamente in futuro le valute attualmente in circolazione.
Come infatti già predetto da esperti nel settore, bisognerà ancora attendere qualche anno prima di vedere le criptovalute inserite completamente nella quotidianità delle persone. Quello che è emerso dalle analisi infatti, è che attualmente non è ancora possibile abbandonare il denaro tradizionale, dato il grande attaccamento delle persone e una certa inefficienza delle tecnologie.
Le osservazioni delle banche centrali
Già nel 2018 comunque Christine Lagarde, allora direttrice del Fondo Monetario Internazionale e oggi Presidente della BCE, manifestava il suo favore a una distribuzione di criptovalute da parte delle banche centrali. Un’azione, a detta sua, importante dal punto di vista politico e finanziario, atta a promuovere inoltre sicurezza e privacy per i consumatori.
Nonostante quindi l’idea di un’economia totalmente gestita attraverso la moneta digitale sia ancora un’utopia, appare chiaro invece come anche la Banca Centrale Europea sia sempre più interessata ad entrare nel mondo delle criptovalute.
Anche il Presidente della FED, Jerome Powell ha ovviamente dato una propria opinione a riguardo, sostenendo che al momento la moneta digitale si configura più come uno strumento speculativo che come un mezzo di pagamento. Secondo Powell, la FED deve porsi in prima linea per comprendere le sfide tecnologiche, così come costi e benefici delle criptovalute e dunque sembra improbabile che la banca centrale americana possa adottarne una propria nel prossimo futuro, in quanto il vero problema risiede nella volatilità che, deve essere il più bassa possibile per assicurare una certa stabilità come riserva di valore.
Contrari e favorevoli
Investire in Bitcoin si configura come una vera sfida, in quanto nel panorama mondiale della finanza non tutti i grandi investitori si schierano in loro favore. Un esempio lampante è rappresentato da Warren Buffet e dal suo braccio destro Charlie Munger. Il più grande investitore di tutti i tempi infatti considera la criptovaluta solamente come una speculazione in quanto chi decide di acquistarne ha come unico obiettivo quello di poterlo rivendere a un prezzo maggiore rispetto al valore attuale del Bitcoin. Secondo Buffet le criptovalute in generale non producono nulla, al contrario delle imprese, e non possono essere paragonate nemmeno all’oro in quanto sono delle entità completamente astratte.
Quello che però forse non considera Warren Buffet sono l’utilità e la versatilità della moneta digitale e della tecnologia blockchain con cui si sostiene. Oltre a garantire infatti la sicurezza nelle transazioni, ha il vantaggio di non essere soggetta ad inflazione e dunque a una possibile perdita di valore. Il sistema della criptovaluta inoltre non soggiace ad alcuna entità, mantenendo una forte indipendenza.
Dall’altra parte dello schieramento, a considerare tutto questo e a vederne i vantaggi è il fondatore di Tesla e SpaceX, Elon Musk. L’imprenditore è riuscito a portare l’azienda automobilistica fuori dalle difficoltà, cominciando a generare profitti. Per sostenere ancora di più la Tesla e offrire metodi di pagamento alternativi ai propri clienti Musk ha acquistato tramite la sua azienda 1.5 miliardi di dollari in Bitcoin, sostenendo con diversi tweet l’importanza delle criptovalute nel prossimo futuro.
Le criptovalute su Marte
Avendo tra le sue intenzioni quella di portare l’uomo su Marte entro il 2026 tramite Space X, Musk ha prefigurato che le transazioni monetarie sulla possibile colonia sul pianeta rosso saranno effettuate tramite criptovaluta. Adatta a tale scopo sembrerebbe essere il Marscoin, una criptovaluta esistente già dal 2014 che è stata impiegata per sovvenzionare il progetto della colonizzazione di Marte.
Oltre a grandi imprenditori, anche molti governi hanno in programma la creazione di proprie criptovalute, come ad esempio quello cinese, il quale sta pianificando l’emissione di uno Yuan digitale in modo da poter tracciare le spese dei cittadini in tempo reale e avere una valuta che non sia collegata al sistema finanziario globale dominato dal dollaro.
Quello che insomma accadrà nell’immediato futuro è ancora imprevedibile a causa della solidità delle monete tradizionali e della loro penetrazione nel sistema finanziario. Nonostante ciò, i vantaggi delle criptovalute sono agli occhi di tutti ed è molto probabile l’entrata in un sistema ibrido dove valute nazionali e digitali coesisteranno.
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