Una prigioniera trans è stata trasferita da un penitenziario femminile a uno maschile dopo avere messo incinta due detenute. È successo negli Stati Uniti d’America.
Demi Minor, condannata a 30 anni di reclusione per avere accoltellato a morte il padre adottivo, è adesso rinchiusa in una prigione maschile, nel New Jersey: il mese scorso, infatti, è stata trasferita dall’Edna Mahan Correctional Facility for Women al Garden State Youth Correctional Facility per uomini.
Come raccontato sul blog Justice 4 Demi, la trans ha raccontato di essere stata presa in giro e perquisita dai poliziotti penitenziari del carcere maschile. E non solo: Demi ha riferito di avere ricevuto anche sputi dagli altri detenuti e di essere stata picchiata. Di lei si parla dall’inizio del 2022, quando è stato riportato che aveva messo incinta altre due detenute all’Edna Mahan Correctional Facility. Come riportato dal New York Post, stando ai verbali, le donne hanno avuto “relazioni sessuali consensuali con un’altra persona incarcerata”.
L’Edna Mahan Correctional Facility è un carcere che può ospitare fino a 800 detenute e lo scorso anno ha scelto di accogliere anche le donne transgender che, al momento, sono 27. Per via delle gravidanze, il dipartimento di correzione del New Jersey ha reso noto che sta rivedendo la sua politica con “lievi modifiche”.
Tornando a Demi Minor, la 27enne è stata messa sotto stretta sorveglianza dal personale della prigione dopo che ha tentato di impiccarsi durante il trasferimento verso il Garden State Youth Correctional Facility.
La giovane, in un post sul blog dal titolo Costretta a vivere in una prigione maschile, ha chiesto ai vertici del penitenziario di tornare in uno femminile: “Come donna transgender, temo davvero quello che mi aspetta: è chiaro che il personale ha cercato una sorta di motivo di sicurezza per cacciarmi dall’unico istituto di correzione femminile. Mi ha gettato in pasto ai lupi. Sono sconcertata e disgustata e chiedo all’ufficio del commissario e dei governatori di rimandarmi indietro, per favore. Non merito di essere trattata in questo modo”.
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