Un accordo fra Inghilterra e Usa potrebbe abbassare il livello della privacy degli utenti dei social e delle chat. In seguito al braccio di ferro tra Apple e l’Fbi dei mesi scorsi, torna ancora il tema del diritto alla privacy e diritto alla sicurezza. Tra non molto, infatti, in caso di gravi reati, la polizia del regno inglese potrebbe avere accesso ai messaggi degli utenti indagati grazie ad un accordo con gli Usa. Gli Stati Uniti sono la nazione in cui hanno sede le più popolari piattaforme social. Ora il rischio è che anche gli altri Paesi possano intraprendere questa strada.
L’accordo darebbe ai social media la possibilità, o l’obbligo, di condividere informazioni in caso di indagini su persone sospettate di reati gravi, come terroristi e pedofili. A centro dell’accordo c’è il metodo di codifica dei messaggi che si basa sulla crittografia “end to end”, che consente la segretezza delle comunicazioni private. Come parte dell’intesa, Stati Uniti e Regno Unito si impegnano a non condurre indagini incrociate sui rispettivi cittadini. L’accordo però non entusiasma il papà di Facebook Mark Zuckerberg, che proprio all’ultima conferenza degli sviluppatori ha usato lo slogan “Il futuro è privato”.
Nel 2016 Apple si rifiutò di dara accesso ai servizi segreti all’Iphone di uno dei killer di San Bernardino, in California. Nel corso dell’attentato morirono 14 persone. Nel 2018 la Russia ha invece bloccato nel paese Telegram, dopo che l’app di messaggistica si è rifiutata di dare le chiavi per decriptare i messaggi dei suoi utenti. “La privacy non è in vendita e i diritti umani non devono essere compromessi dalla paura o dall’avidità”, ha detto il fondatore della piattaforma, Pavel Durov.
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