Vladimir Putin vuole che nella Costituzione russa il matrimonio sia definito come l’unione tra un uomo e una donna, escludendo così quello omosessuale.

Ne dà notizia la BBC, spiegando che questa volontà del presidente russo si trova tra i vari emendamenti costituzionali proposti da lui e che saranno messi al voto.

E non solo: il ‘pacchetto’ ultraconservatore di Putin prevede anche l’affermazione della fede dei russi in Dio e il divieto di cedere qualsiasi territorio sotto l’egida di Mosca. L’emendamento territoriale, spiega sempre il media britannico, rafforzerebbe la presenza della Russia in Crimea – regione ucraina annessa nel 2014 – e nelle Isole Curili, per cui c’è una situazione conflittuale con il Giappone dalla fine della seconda guerra mondiale.

Putin ha anche proposto un emendamento sulla «verità storica» per tutelare «il grande successo del popolo nella sua difesa della Patria». Ciò per screditare i tentativi stranieri di ridimensionare il sacrificio dell’URSS durante il conflitto contro la Germania nazista che causò la morte di 27 milioni di sovietici.

Putin, 67 anni, è al suo quarto mandato presidenziale e domina la politica russa da 20 anni. La sua presidenza è segnata dal risveglio dei simboli dell’era sovietica, dai valori conservatori e dall’influenza della Chiesa ortodossa russa.

Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, mentre la maggior parte dei russi si ritiene ortodossa, lo Stato è ufficialmente laico e l’attuale Costituzione risale al 1993 quando il presidente era Boris Eltsin, paladino della democrazia e del capitalismo occidentale, deceduto nel settembre del 2007.

Putin, invece, è noto perché contrario al liberalismo occidentale che si traduce anche nel divieto della diffusione della ‘propaganda gay’ tra i giovani russi, tra l’altro condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il disegno di legge sulla riforma costituzionale è stato approvato dalla camera bassa del parlamento russo – la Duma di Stato – a gennaio e gli emendamenti di Putin sono stati introdotti in tempo per una seconda lettura che avverrà la prossima settimana, ricordando che Putin ha in pugno la maggioranza dei deputati.

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