Vladimir Putin, presidente della Russia, ha partecipato all’anniversario della battaglia di Stalingrado, combattuta tra il 1942 e il 1943, durante la seconda guerra mondiale, che diede inizio al collasso delle forze tedesche in Europa orientale.

Putin ha ovviamente colto l’occasione per parlare della guerra in Ucraina, affermando che la Russia risponderà “e non ci limiteremo all’uso di mezzi corazzati. Tutti devono capirlo. Per coloro che ci minacciano, a quanto pare, la semplice verità non è chiara”.

“È incredibile, ma è un fatto: siamo di nuovo minacciati – ha aggiunto l leader russo – dai carri armati tedeschi, i Leopard, con i noti emblemi a forma di croce sulle loro piastre corazzate. Alcuni stanno per combattere di nuovo con la Russia sul suolo dell’Ucraina”.

Putin ha anche richiamato “le tradizioni delle generazioni di vincitori che con il loro lavoro, sudore e sangue hanno creato il nostro Paese”, sottolineando che “purtroppo, vediamo che l’ideologia del nazismo nella sua veste moderna, sta di nuovo creando minacce dirette alla sicurezza del nostro Paese”.

Il Capo del Cremlino ha anche negato che la Russia sia isolata, anzi ha “tanti amici”, anche sul continente americano e in Europa: “Sappiamo che, nonostante gli sforzi della propaganda ufficiale e delle élite occidentali corrotte e a noi ostili, abbiamo molti amici e in tutto il mondo, incluso il continente americano, in Nord America, in Europa”.

La battaglia di Stalingrado

La battaglia di Stalingrado durò circa 200 giorni e fu combattuta tra l’Armata Rossa e le forze tedesche. Fu caratterizzata da combattimenti intensi nella città, con entrambe le parti che lottarono per il controllo della città. Alla fine, le forze sovietiche vinsero la battaglia, respingendo le forze naziste e stabilendo una linea di difesa importante contro l’avanzata dell’esercito tedesco ad Est.

La battaglia di Stalingrado ebbe un impatto significativo sulla guerra e sulla politica mondiale. Fu una vittoria fondamentale per le forze alleate e una sconfitta importante per i tedeschi che non furono più in grado di riprendere il controllo del territorio sovietico.