Il presidente russo Vladimir Putin si sta “preparando per la guerra” inviando le sue navi spia per mappare i parchi eolici e i cavi al largo della costa britannica. Lo ha dichiarato un deputato britannico. La Russia sta utilizzando una “nave fantasma” per esplorare il Mare del Nord al fine di trovare le vulnerabilità del Regno Unito nel caso di un conflitto con l’Occidente. Bob Seely, membro della Commissione per gli Affari Esteri, ha dichiarato al Telegraph che “c’è solo una ragione” per cui Putin invia le navi e cioè capire come potrebbe sabotare la nostra infrastruttura in caso di guerra.

Seely, che ha anche un dottorato in strategia militare russa, ha avvertito che mentre Russia e Cina si stanno preparando per un conflitto più ampio, “la Gran Bretagna non è pronta”.

“Putin conosce la vulnerabilità del Regno Unito”

Il deputato ha spiegato che la maggiore vulnerabilità del Regno Unito, come Putin già sa, risiede nel fatto di essere una Nazione costiera circondata dal mare. Ha aggiunto che la Polonia ad est sarebbe pronta a “difendere il suolo europeo” in caso di guerra con la NATO, ma l’alleanza è esposta in mare perché Putin potrebbe facilmente interrompere il rifornimento di energia e comunicazioni del blocco. Seely ha notato che ci sono circa 70 cavi di comunicazione ma questi potrebbero essere facilmente distrutti in un “operazione di sabotaggio in mare profondo”.

Il deputato britannico ha anche affermato che c’è la “necessità” per la Gran Bretagna di rafforzare la sua difesa marittima, lavorando con gli alleati scandinavi, del Mare del Nord e del Baltico: “Tutti questi Paesi marittimi hanno un interesse a prevenire il sabotaggio oceanico russo. Ma la storia della Gran Bretagna è unica e la nostra esperienza navale è senza rivali, soprattutto tra i nostri alleati dell’Europa settentrionale. La necessità è critica. In questo secolo ci sarà una lotta tra due versioni dell’umanità: società aperte come la nostra contro società autoritarie e chiuse che usano tutte le forme di potere statale per opprimere il proprio popolo e minacciare gli altri. È una lotta che non abbiamo voluto, ma che non possiamo e non dobbiamo perdere”.

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