Andrea Cozzolino, europarlamentare del Partito Democratico, è in stato di fermo a Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate.

Lo ha riferito il portavoce della procura federale belga al termine di un interrogatorio durato quasi quattro ore tra l’eurodeputato e il giudice istruttore Michel Claise, alla guida delle indagini.

“Il giudice dovrà ora verificare la testimonianza offerta da Cozzolino e domani deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico”, ha spiegato il portavoce.

Giovedì scorso, 16 giugno, le autorità giudiziarie belghe avevano revocato il mandato d’arresto europeo emesso nei confronti di Cozzolino lo scorso febbraio.

“Ha risposto e resta a disposizione”

Gli avvocati del parlamentare italiano, Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri de Beco, hanno dichiarato: “L’on. Cozzolino ha risposto a tutte le domande poste dal giudice Claise, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar. Resterà a disposizione delle autorità belga per il prosieguo delle attività investigative, che continueranno già domani, come prevede il codice di istruzione belga, con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria”.

Il giudice Claise ha lasciato le indagini

Si è anche appreso che il giudice istruttore Michel Claise ha deciso di lasciare la guida dell’inchiesta. Ne ha dato notizia la procura federale belga.

“In via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo”. La procura ha evidenziato che nel dossier “di recente sono comparsi alcuni elementi” che “potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine”.

La decisione è stata presa “nonostante l’assenza di elementi effettivi che possano mettere in dubbio la correttezza di ogni persona coinvolta e il lavoro sostanziale che lo stesso giudice e gli inquirenti hanno svolto in questo caso”.

Con il ritiro di Claise, “sarà quindi un altro giudice istruttore, già più volte intervenuto in precedenza nel caso, ad assumere la direzione delle indagini”.