Il premier Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano di Ripresa e Resilenzia (PNRR), ha affermato: «Sbaglieremmo tutti a pensare che il PNRR sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi e di numeri».

«Nell’insieme dei programmi che presento – ha proseguito – c’è il destino del Paese. La misura del suo ruolo nella comunità internazionale, la sua reputazione. Non è solo una questione di reddito e benessere, ma anche di valori civili che nessun numero potrà mai rappresentare». Draghi ha chiarito che «ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite, specie sui nostri figli e nipoti e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio».

Il premier ha rimarcato che «il lavoro di sintesi del Parlamento si è affiancato alla collaborazione fra i vari ministeri. Questo lavoro ha beneficiato del lavoro svolto dal precedente governo», aggiungendo: «Voglio ringraziarvi per il lavoro di interlocuzione svolto dal Parlamento: il successo del Piano dipende dall’impegno corale delle istituzioni».

Nello specificio, poi, Draghi ha detto che le risorse del Piano «servono per dare una compita transizione ecologica» e «l”accento sulle riforme è fondamentale perché servono per superare le debolezze strutturali del Paese che hanno rallentato la crescita».

Draghi ha sottolineato che le stime del PIL al 2026 «non tengono conto degli effetti delle riforme e della clausola di trasversalità di tutto il piano. L’accelerazione della crescita può essere superiore a quella prevista se riusciremo ad attuare le riforme».

Il presidente del Consiglio ha anche chiarito che «la gestione delle riforme finanziarie sono responsabilità dei ministeri e delle autorità locali. Le funzioni di controllo e di rendicontazione sono affidati al Mef. Infine, è prevista una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio».

Draghi ha poi affermato che «vogliamo accelerare l’adozione della tecnologia per dare al 2026 eque opportunità a tutti». Vogliamo che dal 2027 «i nostri ragazzi e ragazze possano avere accesso alle migliori esperienze educative ovunque esse siano in Italia, che gli imprenditori possano far crescere le proprie attività rapidamente, vogliamo che i lavoratori continuino ad acquisire competenze».

Il presidente del Consiglio ha dettto che «per il superbonus al 110 per cento sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse del precedente governo. La misura è finanziata fino alla fine del 2022 con estensione al 2023 per le sole case popolare. Il governo si impegna ad inserire nel disegno di legge di bilancio del 2022 una proroga del superbonus al 2023». Inoltre, «nel complesso per le infrastrutture sono destinati 31 miliardi».

Draghi, per quanto concerne i progetti per l’istruzione, ha affermato che sono destinati quasi «32 miliardi» e ci sono risorse anche destinate a «sostegno delle famiglie, dei miori, dei disabili e degli anziani non autosufficienti».

Poi, «le riforme e gli investimenti in campo sanitario sono destinati alla prevenzione ed alla digitalizzazione del Sistema sanitario per garantire a tutti un accesso equo alle cure». E ancora, bisogna «eliminare gli ostacoli che limitano l’accesso al lavoro delle donne e è fondamentale per la ripresa dell’Italia».