Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato questa sera il decreto Elezioni approvato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento stabilisce il rinvio a causa dell’emergenza coronavirus delle elezioni Regionali e delle Amministrative che si sarebbero dovuto svolgere in primavera. Il voto si dovrebbe tenere in una domenica tra il 15 settembre e il 15 dicembre.

Durissima la reazione di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ospite della trasmissione Quarta Repubblica, in onda su Rete 4: «Per le elezioni è scandaloso quello che ha deciso di fare il governo: aveva l’accordo dei governatori di andare a votare il prima possibile, la finestra più sicura sarebbe stata quella di luglio. Hanno scelto di andare a votare in autunno, quando si avrà una recrudescenza del virus, si dà una bella proroga di sei mesi a tutti e i cittadini pagheranno lo stipendio a degli amministratori non eletti ma prorogati per sei mesi».

«Faccio appello al Capo dello Stato – ha aggiunto Zaia – che guardi dentro questo provvedimento, diametralmente opposto a quello dato da noi governatori. Abbiamo deciso di dare l’ok che prevedeva una finestra per le regionali da luglio a settembre ma ne e’ uscito un provvedimento che non abbiamo validato. E’ una presa in giro».

Critico anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: «Ecco i coreani, in fila per votare, il 15 aprile scorso, in pieno coronavirus. Solo in Italia ormai il voto è diventato un optional. Perché gli italiani devono esprimersi che poi qualcuno perde poltrona e stipendio? Non è accettabile! Quando è caduto il Governo la scorsa estate non si è votato per il Parlamento perché qualcuno mantenesse il suo seggio. Ora si decide di non mandare a votare le Regioni, ben 18 milioni di italiani che dovrebbero rinnovare le loro amministrazioni. Avevamo chiesto di spostare a luglio il voto, quando verosimilmente il Covid avrà mollato la presa. Lo avevano chiesto sia i Governatori di centrodestra che di centrosinistra. A luglio invece, lo speriamo tutti, gli italiani potranno andare in fabbrica, in negozio, in cantiere, dovranno certamente pagare le tasse e le bollette, ma non potranno votare per scegliere i propri rappresentanti. Contro il parere delle Regioni, il Governo ha spostato le elezioni in autunno, senza neppure consultarci. In autunno quando, magari, il virus tornerà potente e in regioni come la Liguria e il Veneto le allerte meteo sono ormai una triste consuetudine».

LA NOTA CONGIUNTA DEI GOVERNATORI

Nel corso del pomeriggio, in una nota congiunta, i governatori di Veneto, Liguria, Calabria (Vincenzo De Luca) e Puglia (Michele Emiliano), avevano scritto: «Nel Consiglio dei Ministri, a quanto si apprende, è stato approvato un provvedimento che prevede lo slittamento del voto tra settembre e novembre e cancella la finestra di luglio, sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto. Spiace che il Governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto».

«Ovviamente – si legge nel comunicato – aspetteremo di leggere il testo per esprimere un compiuto giudizio che vada oltre il metodo. Ribadiamo la necessità di garantire agli elettori l’inalienabile diritto a esprimersi nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con l’andamento della epidemia. Pertanto, ritenendo, per quanto è possibile prevedere oggi, che l’estate sia la stagione più sicura dal punto di vista epidemiologico, ribadiamo ulteriormente la necessità di allargare la finestra di voto, come da noi richiesto, al mese di luglio. In ogni caso è comune intendimento delle nostre Regioni convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del Governo».

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