«Il reddito di cittadinanza l’hanno voluto e firmato Di Maio e Salvini, insieme a Conte premier, Di Maio dichiarò ‘abbiamo abolito la povertà’, non sembra sia andata così, sono più quelle promesse di un personaggio politico in cerca di visibilita’, ha detto un’assoluta follia».

Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ospite di Morning News, su Canale 5. «È chiaro che ci vuole una misura per chi non ce la fa – ha aggiunto -. Questo reddito di cittadinanza non ha funzionato, lavoriamo per aumentare i redditi di chi lavora».

Sullo stesso argomento, intervistato da La Stampa, l’ex premier ha fatto riferimento al referendum per abolire il RDC: «È bastato l’annuncio di questo referendum per costringere Salvini a fare marcia indietro sul reddito di cittadinanza. Non male come primo risultato politico. Il secondo sarà scardinare questa legge».

«Da quando è uscito il mio libro dove annunciavo l’idea del referendum contro il ‘reddito’, ricevo ogni giorno tra le quindici e le venti minacce di morte. Ne calcoliamo circa 600 in un mese. Ma è normale. La mia è una partita win win. Fino a due mesi fa tutti dicevano che il ‘Reddito’ non si doveva toccare. Dai grillini allo stesso Pd. Poi, appena io faccio uscire sul mio libro l’idea di un referendum, partono due diverse reazioni: la prima di chi dice, ‘tutto sommato abbiamo fatto un errore’, ovvero Salvini. Il quale fa un ‘mea culpa’ incredibile, una straordinaria conversione. Questa è l’estate delle conversioni sulla via di Damasco. Come quella di Giuseppe Conte sul decreto immigrazione: insomma sembra che il governo Conte Uno lo abbiano guidato i fantasmi. Comunque sia, andiamo avanti: la seconda reazione è di Pd e 5stelle, che all’unisono hanno cominciato a dire che la legge si può migliorare. Ora, è evidente che c’è una parte di italiani che prende quel reddito e farà una battaglia in suo favore. L’assegno in parte va a povera gente davvero. Ma è una misura che incrocia anche un pezzo di criminalità, manovalanza che ha incassi illegali, a cui somma il Rdc».

E quindi «io ho preparato il quesito, lo presento innanzitutto per coerenza con quanto ho annunciato, per marcare un posizionamento politico. Noi siamo per il lavoro e non per i sussidi. Ma nel momento in cui lo metto sul tavolo, entra in scena chi dice ‘salviamo l’assegno di povertà, togliendo il caos dei navigator’».

« Con la raccolta di firme digitale – ha continuato il toscano – ci mettiamo poco a raccoglierne 500 mila, una buona parte del Paese non tollera questa misura. E non a caso parto dal profondo nord. Di sicuro il reddito non ha funzionato, anche perché bisognava togliere alle Regioni la competenza per i Centri per l’impiego. Se fosse passato il mio dannato referendum avremmo avuto una gestione centrale anche di questo e forse avrebbe funzionato. Credo che avremo gran successo nella raccolta firme e che a quel punto sarà interesse soprattutto di 5stelle e Pd di trovare una soluzione. A un certo punto eviteranno loro di andare alla conta. In un referendum in cui il punto vero sarebbe l’affluenza. Una vicenda che spacca in due molto più che la giustizia. In ogni caso, sarebbe un enorme vantaggio politico per Iv e non ce lo permetteranno, sono pronto a scommetterci».

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