C’era la pandemia quando è stata varata la norma per permettere la possibilità di inviare le prescrizioni mediche ai pazienti via e-mail o SMS. Questa norma, però, scadrà a gennaio 2023 e, quindi, per richiedere una ricetta saremmo dovuti tornare dal proprio medico di famiglia.

Tuttavia, il decreto Milleproroghe, oggi all’esame del Consiglio dei ministri, conterrà la proroga di un anno della possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms. Lo si apprende da fonti di governo.

Il timore della mancata proroga aveva suscitato varie critiche dal mondo medico.

Pina Onotri, segretaria generale del Sindacato Medici italiani (SMI), aveva lanciato un appello al ministro della Salute Orazio Schillaci: “Chiediamo la proroga, oltre la scadenza del 31 dicembre 2022, dell’utilizzo della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale, così da liberare i medici da impropri carichi burocratici”.

Il ritorno alla ricetta cartacea, infatti, “rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici”. In pratica, bisogna “valorizzare la professione, contrastare l’esodo dalla categoria, e dare la possibilità di utilizzare più tempo alla cura e all’assistenza dei pazienti”.

Critico anche Filippo Anelli, presidente della FNOMCEO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), che all’agenzia Dire ha detto: “Speriamo che non si torni indietro, sarebbe davvero una follia”. E ancora: “La carenza oggi dell’attivazione del fascicolo sanitario elettronico in tutte le Regioni- ha proseguito Anelli- e la mancata attivazione da parte di tantissimi cittadini di questo strumento rischia di farci tornare indietro. Ecco perché credo che sia necessaria una proroga di questa norma, che finora ci ha consentito di svolgere in maniera così efficiente il servizio della ricettazione e di avviare poi il confronto con le Regioni per migliorare sempre di più l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico, che sarebbe la vera soluzione del problema”.

Infine, il Partito Democratico aveva annunciato un’interrogazione parlamentare. La deputata Ilenia Malvasi ha fatto sapere: “Mettere fine al provvedimento sarebbe un passo indietro che penalizzerebbe i cittadini, soprattutto, quelli con malattie croniche. Un governo che si riempie la bocca con le parole innovazione e digitalizzazione dovrebbe spiegare perché non ha ancora rinnovato una norma di civiltà e buon senso. Chiediamo al Ministro Schillaci quando intenda intervenire”.