Venerdì scorso, 11 febbraio, non è passato al Senato il provvedimento per i ristori alle famiglie dei medici morti per il Covid-19, presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù della Lega.
Il subemendamento 2.1500/32, dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, è stato, durante la discussione in Aula, ritirato e riformulato come Ordine del Giorno, accolto dal Governo.
La nota della FNOMCEO
Filippo Anelli, presidente della FNOMCEO – la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurgi e degli Odontoiatari – ha affermato che si è trattata di “un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Ringraziamo Cantù e i senatori che lo hanno proposto, prima in legge di bilancio e poi in sede di conversione del decreto-legge 221/21, – proroga stato di emergenza e contenimento epidemia Covid-19”.
“Dispiace che non si siano trovati i fondi per poter dare un ristoro anche simbolico, oltre che economico, alle famiglie di questi colleghi, medici di famiglia, liberi professionisti, specialisti ambulatoriali, odontoiatri – ha continuato Anelli – Famiglie che, in molti casi, sono, insieme alla perdita umana, rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati gli indennizzi Inail”.
“I medici che hanno perso la vita soprattutto nelle prime fasi della pandemia, quando hanno combattuto a mani nude contro il virus, in un contesto in cui mancavano mascherine, guanti, i più elementari dispositivi di protezione, lo hanno fatto per i loro pazienti, per il loro Paese. È giusto che ora il Paese riconosca il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie e provveda a quanti sono rimasti a ricordarli, sopportando, oltre al dolore della perdita, situazioni economiche anche drammatiche. Invitiamo dunque tutto il Parlamento a una riflessione in tal senso”, ha concluso Anelli.
La nota del Sindacato Medici Italiani
Lo stop all’indennità dei medici morti a causa del Covid-19, inoltre, potrebbe portare allo sciopero, come paventato dal Sindacato Medici Italiani:”Il mancato riconoscimento delle indennità per i medici morti sul lavoro per contrastare il Covid nell’ambito della discussione al Senato rappresenta una pagina nera per la politica italiana e per l’Italia. Vergogna”, ha scritto Pina Onotri.
“Nemmeno dopo centinaia di morti e tantissimi colleghi ammalati, le istituzioni riconoscono il valore e il sacrificio dei medici di medicina generale e dalle loro famiglie nel contrasto alla pandemia”, ha detto Onotri.
“Siamo stanchi, mentre milioni di persone sono già senza medico ed altri lo saranno se continuiamo su questa strada della svalorizzazione del ruolo, della dignità e della professionalità dei medici. Potremmo arrivare anche a dimissioni di massa. Intanto stiamo decidendo per uno sciopero della medicina generale la cui proclamazione arriverà a breve”, ha aggiunto il sindacalista.
“Per dire basta a questa vergogna e ribadire il diritto alle tutele, alla valorizzazione delle pari opportunità per la categoria della medicina, bisogna riconoscere il grande lavoro svolto dalla medicina generale – ha concluso – non vorremmo essere costretti a dimetterci tutti se il governo non decide di riconoscere nuove tutele per i medici dell’area convenzionata”.
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