L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha dato il via libera alla prima insulina settimanale al mondo, destinata al trattamento dei pazienti adulti con diabete. Questa innovazione, sviluppata dall’azienda farmaceutica Novo Nordisk, permetterà di ridurre significativamente il numero di somministrazioni, passando da una somministrazione giornaliera a una settimanale.

Attualmente, infatti, i pazienti diabetici devono iniettarsi insulina quotidianamente, con un totale annuo che può arrivare a 365 iniezioni. Grazie alla nuova insulina settimanale, questa cifra scenderà a sole 52 somministrazioni all’anno, migliorando notevolmente la qualità di vita dei pazienti.

Impatto sulla qualità della vita

La somministrazione quotidiana di insulina rappresenta un impegno considerevole per i pazienti, influenzando non solo la gestione della terapia, ma anche la loro vita sociale, lavorativa e psicologica. Quindi, ridurre il numero di iniezioni può eliminare un ostacolo significativo all’aderenza alla terapia, che spesso viene ritardata di oltre due anni, con conseguenze negative sulla gestione del diabete e delle sue complicanze.

Sostenibilità ambientale

Un aspetto importante della nuova insulina settimanale è il suo impatto positivo sull’ambiente. La riduzione del numero di iniezioni contribuisce infatti a diminuire le emissioni di CO2, un beneficio aggiuntivo che Novo Nordisk ha voluto sottolineare.

Efficacia clinica

Gli studi clinici di fase 3 hanno dimostrato che l’insulina settimanale non solo riduce la frequenza delle somministrazioni, ma favorisce anche un miglior controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2 rispetto all’insulina basale giornaliera. Questo rappresenta un significativo passo avanti nella gestione della malattia.

Diffusione del diabete in Italia

In Italia, circa il 6% della popolazione, ovvero quasi 4 milioni di persone, è affetta da diabete. Questo dato è probabilmente sottostimato, poiché si stima che circa 1,5 milioni di casi non siano diagnosticati. L’introduzione dell’insulina settimanale potrebbe, pertanto, avere un impatto rilevante sulla gestione del diabete nel paese.