• A Roma una dottoressa è stata aggredita sulla banchina della metro.
  • La donna è stata colpita con una testata da un manifestante no green pass.
  • La condanna della FNOMCEO e dell’assessore regionale Alessio D’Amato.

Una dottoressa è stata aggredita sulla banchina della metro dopo una lite con i manifestanti no Green pass. È successo sabato scorso, 23 ottobre, nella fermata San Paolo a Roma. La notizia è stata anticipata dal Messaggero.

Stando a quanto ricostruito dalla Polizia, il medico viaggiava su un vagone dove c’era un gruppo di sei manifestanti no Green pass di ritorno dal sit-in a Circo Massimo. Intervenuta in una discussione su vaccini e certificato verde ne è nata una discussione. Poi, una volta scesa sulla banchina, un manifestante l’ha colpita con una testata. Soccorsa, la dottoressa è stata portata all’ospedale CTO in codice verde. Sul posto gli agenti del commissariato Colombo che indagano per identificare gli autori dell’aggressione. Al vaglio le immagini delle telecamere. Fortunatamente la donna non ha riportato ferite gravi ma la paura è stata tanta.

LE REAZIONI

Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, ha affermato: «Voglio rivolgere la solidarietà alla dottoressa aggredita da un gruppo di persone che rientravano dalla manifestazione ‘no green pass’ presso la fermata San Paolo della metropolitana. Una vile aggressione nei confronti di una professionista colpevole di aver espresso la propria opinione. Spero che le autorità facciano presto piena luce sugli aggressori».

FNOMCEO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, in una nota, ha dichiarato: «I centosei Ordini dei medici italiani sono vicini e solidali con la dottoressa aggredita a Roma per aver espresso la sua opinione a favore dei vaccini ad alcuni manifestanti contro il Green pass. È inaccettabile questo clima di violenza ideologica in cui una minoranza cerca di imporre, con ogni mezzo, una visione contraria alla scienza, alla legge, alla tutela della salute pubblica. Questa non è democrazia, non è legittimo esercizio della libertà di pensiero. È solo tentativo di prevaricare, di imporre con la forza le proprie idee, di cancellare, anche fisicamente, chi tenta di ricondurre alla ragione».

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