• Arrestato a Parigi lo zio di Saman Abbas.
  • L’uomo, Danish Hasnain, è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio della giovane parente.
  • La giovane si era opposta a un matrimonio forzato.

Lo zio di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane residente a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, di cui non si hanno più notizie dalla fine della primavera e che si era opposta a un matrimonio forzato, è stato fermato nella periferia di Parigi. L’uomo, Danish Hasnain, è ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale dell’omicidio della giovane parente, scomparsa la sera del 30 aprile.

Lo hanno confermato i carabinieri di Reggio Emilia, nel corso di una conferenza stampa. In base a quanto riferito dai militari, al momento, l’uomo si trova presso il comando dell’autorità francese per la formalizzazione degli atti, per poi essere condotto presso un carcere parigino. Al momento, a quanto risulta ai carabinieri, non sono state ritrovate armi. I militari non possono escludere che anche l’altro cugino, indagato insieme ai genitori della ragazza, allo zio e all’altro cugino, al momento detenuto nel carcere di Reggio Emilia, possa trovarsi in Francia.

Isabella Chiesi, sostituto procuratore di Reggio Emilia, ha affermato: «Ritengo fondamentale aver preso lo zio che, da tutte le indagini e gli accertamenti fatti, risulta essere la mente di questo progetto criminoso pazzesco».

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La giovane si era opposta a un matrimonio forzato e per la sua sparizione sono indagate cinque persone (i genitori, lo zio fermato in Francia e due cugini, uno dei quali si trova nel carcere di Reggio Emilia). «Si profilano delle possibilità di fare degli interrogatori e dei confronti se ci fossero delle contraddizioni tra le versioni degli imputati – ha aggiunto Chiesi -. La sua presenza e la possibilità di svolgere l’interrogatorio qui in Italia è certamente fondamentale. Potrà avvalersi della facoltà di non rispondere, ma non so per quanto».

Lo zio di Saman Abbas è stato fermato a Parigi, nella periferia di Garges les Gonesse, nel corso di un’irruzione, grazie anche alla richiesta, con ordine di indagine europeo, di far sapere ai carabinieri a cosa corrispondevano determinati dati di device e ip, scoperti tramite i contatti su diversi social. Lo si apprende durante la conferenza stampa dei carabinieri a Reggio Emilia. In base a quanto riferito dalle autorità, i profili dell’uomo non risultavano «spenti”» Esaminati e passati al setaccio tutti gli elementi riconducibili ai profili social (utilizzati anche per comunicare), le autorità sono riuscite a risalire all’indirizzo ip in Francia.

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