Il pubblico del Festival di Sanremo si è alzato in pieni, applaudendo, quando è stato il momento del ricordo del 30° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Sul palco dell’Ariston, per ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le altre vittime della mafia, tra cui Rita Atria, è salito lo scrittore Roberto Saviano.

L’autore di Gomorra ha detto: “Ricordare non è un atto passivo. Viene da ‘recordari’ che significa rimettere nel cuore perché per gli antichi il cuore è la sede della memoria”. E ancora: “Il coraggio è sempre una scelta e non scegliere non significa essere neutrali ma essere complici”.

Saviano ha rimarcato che la loro storia è quella di “chi sceglie pur sapendo di rischiare”. Ha anche ricordato che i due giudici furono accusati di cercare notorieta, vittima di “delegettimazione per creare diffidenza in chi era dalla loro parte”. Pero, “la mafia non è riuscita a sporcare l’esempio delle loro scelte coraggiose”.

Saviano ha pure detto: “Ogni volta che la società civile e la politica non si occupano di mafia creano un silenzio che finisce per favorire le mafie e ostacolare chi le contrasta”.

Infine, la lettura del tema di Rita Atria, la testimone di giustizia che si è tolta la vita una settimana dopo l’uccisione di Paolo Borsellino, proprio sulla strage di Capaci: “Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma nessuno ci impedisce di sognarlo: ce la faremo”.

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