“Faccio radio a Sanremo da sei anni e non sono mai salita sul palco dell’Ariston. Arriverà il mio momento…”. Così Andrea Delogu, conduttrice e volto di Rai Radio2 e della TV, scrittrice, autrice e attrice che non riesce mai a stare ferma, intervistata da Carmen Guadalaxara, giornalista de Il Tempo e collaboratrice di BlogSicilia per la kermesse sanremese.
In questi giorni Andrea Delogu, 40 anni, è al Festival come conduttrice del Prima Festival, subito dopo il TG1, in onda sino all’11 febbraio. La Delogu nel 2015 è stata giurata per Sanremo Giovani e nel 2016 in Sarà Sanremo. Sempre nel 2016 ha condotto le dirette radiofoniche delle serate del Festival di Sanremo su Rai Radio 2, ripetendo l’esperienza anche nel 2018, 2020 e 2021.
“Quando penso a Sanremo mi viene subito in mente il brano di Minghi e Mietta Vattene Amore per quel ritornello dei trottolini amorosi che mi ricordano le passeggiate in macchina con i miei genitori. Per questo Sanremo 2023 invece sono molto curiosa di Rosa Chemical. Mi piace l’idea che i Cugini di campagna portino in gara un brano della Rappresentante di lista. So che non vuole rilasciare interviste e parlare con nessuno ma sono pazza di Anna Oxa. Per anni sono andata in giro a piedi nudi e con i pantaloni a vita bassa con il suo Sanremo del 1999 nel brano Senza Pietà“.
“Renzo Arbore mi ha insegnato a essere me stessa”
Andrea si aspettava che avrebbe fatto questa carriera?
“No. Quello che scelgo non lo faccio perché penso che debba essere un successo e non mi ispiro a nessuno. Renzo Arbore, il mio maestro, mi ha insegnato a essere me stessa. Sempre”.
Dopo Sanremo si torna in teatro con ’40 e sto’, lo spettacolo che racconta il giro di boa delle donne alla soglia dei 40 anni. Secondo lei i 40 sono i nuovi 20?
“Sicuramente sono una figata, questo lo posso dire. Quando ne avevo 20, se avessi potuto capire di avere la fortuna nel vivere quell’età, avrei avuto energie infinite da dedicarvi, ma i 40 me li sto godendo appieno. Quando cresci, e diventi emotivamente autonoma e capisci chi sei, sai quali no puoi dire e, soprattutto, quando farlo. Ecco, potrei sostenere che il super poter dei 40 è quello di dire no”.
Lo spettacolo trae spunto dalla tua vita privata e da episodi che ti hanno toccata. Come li hai selezionati? Ne sono rimasti fuori alcuni che, invece, avresti voluto raccontare ma che non si incastravano con la sceneggiatura?
“Sì, ne sono rimasti fuori diversi che avrei voluto inserire ma che, però, non facevano ridere come quelli selezionati. Solo per questo sono rimasti fuori. L’obiettivo che mi sono posta è quello di portare in scena spettacoli dalla durata di un’ora e un quarto al massimo, proprio per andare incontro alle esigenze delle persone e del loro tempo libero”.
Da dove ripartire, oggi per alleggerirsi?
“Tutte queste forzature che stanno generando indignazione sono già una ripartenza, secondo me. Basta guardare la storia: ogni volta che si alza l’attenzione del politicamente corretto, poi scende. È la vita, ma è anche bello assistere a questa spaccatura”.
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