Parole dette male è il brano che Giorgia presenterà stasera, mercoledì 8 febbraio, nella seconda serata del Festival di Sanremo. Una canzone dedicata ai ricordi di un amore passato che ormai vive, per l’appunto, in “parole dette male”.

Giorgia, intervistata da Carmen Guadalaxara, giornalista de IlTempo.it e collaboratrice di BlogSicilia.it per tutta la durata delle kermesse, ha spiegato: “Solitudine, ambientazione notturna e cuffia sono gli elementi per ascoltare questo brano. Un brano da sentire in solitudine in un momento notturno, momento che esalta l’ascolto di sé”.

“Cantare con Elisa è bello, mi nutre musicalmente”

Era il 2001 quando si classificò seconda con il bellissimo brano Di sole e d’azzurro, subito dietro alla sua amica Elisa, che quest’anno sale sul palco con lei nella serata dei duetti, cantando anche la canzone che vinse in quel Festival: Luce (tramonti a Nord Est).

“Elisa è stata un pensiero istintivo. Cantare con lei è bello. Qualcosa che mi nutre musicalmente. Il fatto di essere insieme ci dà coraggio e la voglia di restituire. È una celebrazione di un pezzo della nostra vita al festival”. La cantante romana, tuttavia, aveva già vinto il Festival nel 1995 con Come Saprei. Si rimette in gioco, con grazia e voce, e canta Parole dette male, brano contenuto nel nuovo album Blu in uscita il 17 febbraio, per ricordare chi non c’è più. Il pensiero corre ad Alex Baroni, l’emozione si tocca con mano.

La canzone è dedicata ad Alex Baroni?

“Sinceramente no, non è nata così, se lo dicessi mentirei. Quando la canzone mi è arrivata, ho pensato che fosse bella da cantare, e il tema della perdita e della mancanza, al di là di Alex, purtroppo in questi ultimi anni l’ho sperimentato più volte. Alle volte si rimane legati a quello che è stato, ma arrivata a quest’età (51 anni, n.d.r.) capisco che si può portare con sé il passato ma smettendo di vivere nel passato, guardando avanti senza la paura di quello che potrebbe essere”.

Perché ha scelto di tornare al Festival di Sanremo?

“Ha prevalso la capacità persuasiva di Amadeus, che è notevole. Non sapevo del cast, non si sapeva ancora niente. Amadeus mi ha fatto pensare a cose a cui non avevo pensato, cioè che è un atto di vicinanza rispetto al pubblico. È un rimettersi in gioco. Questo palco ha un pezzo di me. Ogni volta che vieni qui ti trasformi. A cinquant’anni, dopo che io ho dovuto risorgere da una sorta di incertezza soprattutto nella creatività, Amadeus me l’ha fatta ritrovare questa voglia. La canzone c’era già, avevo il disco pronto e Amadeus è stato bravissimo a convincermi a partecipare”.

È molto legata a Pippo a Baudo, l’ha sentito?

“Questa volta non l’ho fatto. Forse lo farò domani. Ma non l’ho fatto solo per non rompergli le scatole. Ma sotto sotto so che lui vorrebbe essere qua. Io sono venuta a Sanremo con E poi, non sapendo niente. Sono entrata all’Ariston e sono andata a far vedere a Pippo se ero vestita bene. A lui devo tutto questo successo. Sono arrivata a Sanremo, nel 1993 che venivo dai club, ieri parlavo con alcuni giovani che hanno già esperienze televisive grazie ai talent, io ho iniziato con meno consapevolezza. Tornando a casa nel 95, dopo la vittoria con Come Saprei, ho notato che le persone mi riconoscevano negli autogrill. Nel 2001 avevo quasi 30 anni, stavo vivendo una seconda adolescenza ed ero più spregiudicata. Adesso mi sento più leggera, quando invecchi impari a relativizzare di più, il palco è misterioso e magico, finché non ci sei sopra non sai come andrà”.

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