Mentre il MoVimento 5 Stelle si è esaltato per la vittoria del sì al referendum sul taglio dei parlamentari, c’è stato chi ha fatto notare che alla Regionali la batosta è stata ‘storica’.

Alessandro Di Battista, infatti, su Facebook ha affermato: «L’eccesso di esultanza per il referendum è fuorviante e non è giusta», perché regionali c’è stata «la più grande sconfitta della storia del M5S».

Subito dopo la spiegazione: «In Campania passiamo dal 17% al 10. Eppure abbiamo un ministro degli Esteri campano, un presidente della Camera campano, un ministro dell’Ambiente campano, un ministro dello Sport campano. In Liguria, in coalizione con il Pd, il movimento passa dal 22,3% al 7,8, nelle Marche, dove correvamo da soli, si passa dal 19% al 7% e in Veneto c’è stata un’enorme debacle».

Sul referendum, poi, Di Battista ha detto: «Ero scettico sulla possibilità di portare a casa questa riforma. Ma aveva ragione Fraccaro, e devo fargli i complimenti perché ha ‘costretto’ i parlamentari a tagliarsi. È un successo del gruppo parlamentare del M5s e del M5s akl governo. Tuttavia il 70% dei voti al referendum non può essere considerato un successo solo del M5s. Occhio, io ci andrei molto cauto, rischiamo di fare un errore».

Di Battista ha parlato apertamente di «innegabile crisi identitaria del M5s. Non si tratta di fare i disfattisti ma di dire le cose come stanno. Il sogno al quale tante persone hanno credute, di partecipazione e cambiamento, è in crisi. Tantissime persone non ci credono più, e per questo non arrivano i voti. Oggi tanti non sanno perché votare M5s. Quindi il movimento si indebolisce sempre di più, e a me questo preoccupa. Non c’entra niente il governo che durerà due anni e mezzo, quando si rivoterà, con queste percentuali e con l’indebolimento del M5S sarà più facile la restaurazione. È vero che il movimento ha fatto errori, ma anche tante cose buone: ho paura che queste cose saranno cancellate in quattro e quattr’otto».