In Libia la situazione è più tesa rispetto al recente passato. Sabato scorso, 27 agosto, c’è stato un violento scontro tra le due milizie che si contendono il potere a Tripoli e il bilancio è stato di 32 morti e 159 feriti.

In Libia, infatti, ci sono due governi che si fronteggiano: l’uno ha sede nella capitale, l’altro ad est. Entrambo si battono per il controllo del Paese nordafricano e delle sue risorse petrolifere e commerciali.

Come noto, la Libia è in subbuglio da quando Gheddafi fu estromesso dal potere e poi assassinato nel 2011. Successivamente alcuni gruppi armati presero il controllo di tutte le risorse economiche nel tentativo di creare il caos. Nel 2014 si formò un altro gruppo con Khalifa Haftar come leader.

Dopo cinque anni di scontri, nel 2019 fu siglato un accordo, con il sostegno delle Nazioni Unite, che portò a un governo riconosciuto a livello internazionale ma non dalle forze di Haftar che attaccarono Tripoli. Nel 2020, però, grazie al sostegno decisivo della Turchia, si arrivò al cessate il fuoco.

Nel 2021 il primo ministro Abdulamid al-Ddeibah è stato incaricato di sovrintendere alle elezioni ma, non essendoci stato un accordo sulle regole elettorali, il processo si è interrotto. Nel frattempo, in Libia orientale è stato nominato un nuovo capo, Fathi Bashagha che, ha tentato, senza successo, di entrare a Tripoli varie volte, sempre bloccato dalle forze pro-Ddeibah.

E oggi una soluzione permanente alla situazione libica pare lontana che riguarda direttamente anche il fenomeno degli sbarchi, aumentati negli ultimi giorni.