“Lo stop all’Iva nelle Zone economiche speciali e lo snellimento delle procedure burocratiche, che abbatte i tempi per le imprese che operano all’interno delle stesse, è un’ottima notizia. Al tessuto imprenditoriale del Sud stiamo dando nuovi e ulteriori strumenti per operare con maggiore efficacia e questo avrà certamente ricadute positive sull’occupazione e sull’economia del Mezzogiorno”.

Così il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, commenta l’approvazione al Senato dell’emendamento sulle Zes contenuto nel Dl Semplificazioni.

“Da tempo ero al lavoro per rendere davvero operative le Zes, che ora diventano concretamente una opportunità. Le imprese nuove o già esistenti che opereranno nelle Zone economiche speciali, oltre a poter agire in regime di sospensione dell’Iva, vedranno ridotti di un terzo i tempi per compiere interventi in materia di edilizia, concessioni demaniali portuali, valutazione ambientale strategica. Adesso l’auspicio è che anche le Regioni che devono ancora presentare le lor proposte di istituzione delle Zes riescano a compiere questo passaggio il prima possibile, in modo tale che tutte le realtà possano allinearsi ai nastri di partenza, pronte a utilizzare questo strumento messo a disposizione della crescita del Sud”.

Ma fra i temi che riguardano il Sud come il Nord ci sono anche gli argomenti legati all’Autonomia regionale “Il Movimento 5 Stelle sulle autonomie “non è affatto messo all’angolo. Ricordo che il ministro Stefani coordina il negoziato ma deve confrontarsi con i ministri della Salute, dell’Ambiente, dei Trasporti: quindi siamo parta attiva. Tra l’altro come garante c’è il presidente Conte. Stiamo facendo delle analisi molto approfondite proprio perché alle altre Regioni non deve essere tolto nulla”. La questione quindi “è di competenze di quanto poi verrà assecondato rispetto alla richiesta che viene fatta dalla Regione” ha detto Lezzi, intervenendo a Radio 1.

“Stiamo avviando questo negoziato sulle autonomie perché è previsto dalla Costituzione e quindi non ci possiamo certo tirare indietro, tanto più che è stato richiesto da alcune regioni del Nord in virtù di un referendum. Sempre nella Costituzione sono previsti ulteriori vincoli quali il Fondo di perequazione e i Livelli essenziali di prestazione (Lep), che fino ad ora non sono stati individuati e tanto meno rispettati.

Inoltre da molti anni esiste la commissione parlamentare sul federalismo fiscale che però non si è mai occupata dei riparti a favore dei comuni e delle Regioni più povere, quelle che hanno più bisogno. Io partirei da qui, ovvero dall’abbattimento del divario tra Nord e Sud, che è una parte importante del contratto di governo. Ecco perché l’autonomia rafforzata non mi preoccupa: il nostro faro sono il contratto di governo e le garanzie costituzionali. Ci sono vincoli che devono essere rispettati e che guideranno le nostre scelte rispetto alle richieste di maggiori deleghe richieste dalle Regioni”.