Un medico, primario all’ospedale Giannuzzi di Manduria, in provincia di Taranto, è morto ieri – giovedì 21 luglio – dopo essere stato colto da un infarto mentre stava visitando un paziente. Inutili, purtroppi, i tentativi per rianimare il medico da parte del personale sanitario presente.
Il medico, che si chiamava Giovanni Buccoliero e aveva 60 anni, lascia la moglie e tre figli.
Come riportato su Repubblica, in un primo momento si era sparsa la voce che fosse di turno da 24 ore ma l’ASL di Taranto ha smentito: “Il dottor Buccoliero non era di turno – ha affermato il direttore sanitario Sante Minerba – avrebbe dovuto fare il turno notturno, dalle 21, ma era passato dall’ospedale, come fa spesso chi ha ruoli apicali nella sanità, per verificare la situazione in reparto e per senso di responsabilità. Era un medico generoso e dedito ai pazienti”.
Per il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, “c’è un’oggettiva carenza di medici ma è altresì oggettiva la carenza di modelli organizzativi adeguati in questa Sanità di Emiliano. È sconcertante l’ipotesi avanzata secondo la quale la morte del collega medico possa essere collegata allo stress correlato al lavoro. Sconcertante sì, ma resta un’ipotesi plausibile se è vero che il collega era al lavoro da 24 ore”.
La sanità tarantina, ha commentato il segretario territoriale della CGIL Paolo Peluso, “è al collasso e la tragica scomparsa di un medico, colpito da infarto mentre era addirittura in servizio all’ospedale di Manduria, conferisce ancora più assurda e insensata violenza ad uno scenario da conflitto bellico”. Secondo il sindacalista, “i medici al fronte nei difficili anni della pandemia, oggi allo stremo delle loro forze, pagano ancora con la vita, e con la compressione dei loro diritti una politica scellerata di tagli e precariato in sanità”.
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