Un terremoto di magnitudo 8.8 ha scosso la penisola di Kamchatka, in Russia, generando un’allerta tsunami in tutto il Pacifico. Onde alte fino a 5 metri hanno colpito le coste russe, mentre evacuazioni di massa sono in corso in Giappone, Hawaii e Alaska. Ecco cosa sta succedendo.
Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, un terremoto di magnitudo 8.8 ha colpito al largo della penisola di Kamchatka, nell’estremo oriente della Russia, diventando uno dei sismi più potenti mai registrati negli ultimi decenni. L’epicentro, localizzato a circa 119-136 chilometri a est-sudest di Petropavlovsk-Kamchatsky, a una profondità compresa tra 19 e 20,7 chilometri, ha scatenato un’onda di tsunami che ha già raggiunto le coste russe, giapponesi e hawaiane, con allerte diramate in tutto il Pacifico, dalla Nuova Zelanda al Cile.
Secondo l’U.S. Geological Survey (USGS), il sisma è stato inizialmente misurato con una magnitudo di 8.0, successivamente aggiornata a 8.8, collocandolo tra i 10 terremoti più forti mai registrati al mondo. L’Accademia Russa delle Scienze lo ha definito il più potente nella regione dal 1952, quando un sisma di magnitudo 9.0 devastò la stessa area.
Onde di tsunami devastano le coste russe
Le prime onde di tsunami, alte fino a 5 metri, hanno colpito il distretto di Severo-Kurilsk, un insediamento delle Isole Curili russe con circa 2.500 abitanti. La città portuale è stata parzialmente allagata, con danni significativi alle infrastrutture, inclusi porti e strutture industriali. Il governatore della regione di Sakhalin, Valery Limarenko, ha dichiarato: “Gli abitanti sono al sicuro sulle alture e rimarranno lì finché la minaccia non sarà completamente superata”. Le autorità hanno evacuato la popolazione immediatamente dopo la scossa, evitando per ora vittime gravi, sebbene siano stati segnalati numerosi feriti nella penisola di Kamchatka.
Nel distretto di Elizovsky, a Kamchatka, onde di 3-4 metri hanno causato blackout elettrici, interruzioni delle comunicazioni mobili e danni a edifici, tra cui un asilo. “Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti”, ha dichiarato il governatore della Kamchatka, Vladimir Solodov, in un messaggio su Telegram.
Allerta tsunami in tutto il Pacifico
Il Pacific Tsunami Warning Center, con sede a Honolulu, ha diramato allerte per Russia, Giappone, Hawaii, Alaska, Guam, Ecuador, Cile e l’intera costa occidentale degli Stati Uniti, da Washington alla California. Onde di tsunami alte fino a 3 metri sono attese in diverse aree, con previsioni di ulteriori impatti nelle prossime ore. Paesi come le Filippine, Indonesia, Taiwan.
Giappone in allerta: evacuata la centrale di Fukushima
In Giappone, le prime onde di tsunami, alte tra 30 centimetri e 1,3 metri, hanno raggiunto le coste di Hokkaido e della prefettura di Iwate, con un’onda di 1,3 metri registrata nel porto di Kuji. L’Agenzia Meteorologica Giapponese (JMA) ha emesso un’allerta per onde fino a 3 metri lungo la costa pacifica, da Hokkaido alle isole Ogasawara. Come misura precauzionale, i lavoratori della centrale nucleare di Fukushima, ancora in fase di smantellamento dopo il disastro del 2011, sono stati evacuati, ma la Tokyo Electric Power (TEPCO) ha riferito che “non è stata osservata alcuna anomalia” sul sito.
Circa 2 milioni di residenti in oltre 220 comuni giapponesi hanno ricevuto ordini di evacuazione. I trasporti sono stati interrotti, con la sospensione di 42 linee ferroviarie e la chiusura temporanea della pista dell’aeroporto di Sendai. Una donna di circa 60 anni è rimasta leggermente ferita a Hokkaido durante l’evacuazione.
Hawaii e Alaska sotto pressione
Alle Hawaii, le sirene di allarme hanno risuonato a Honolulu, causando ingorghi stradali mentre la popolazione si dirigeva verso zone più elevate. Il Centro di allerta tsunami del Pacifico ha riportato onde di 1,5 metri a Kahului, sull’isola di Maui, e di 1,2 metri a Haleiwa, nella contea di Honolulu. “È necessario agire con urgenza per proteggere vite umane e proprietà”, ha dichiarato il Centro, avvertendo che il pericolo potrebbe persistere per ore. Il governatore Josh Green ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a seguire le ordinanze di evacuazione.
In Alaska, le prime onde di 30 centimetri hanno colpito le Isole Aleutine, mentre nella zona sud-orientale le onde sono arrivate tra le 6:45 e le 7:55 ora locale. La Guardia Costiera statunitense ha ordinato alle navi di lasciare i porti per motivi di sicurezza.
Un evento raro lungo la Cintura di Fuoco
Il terremoto si è verificato lungo la Cintura di Fuoco, una regione del Pacifico nota per la sua intensa attività sismica e vulcanica. L’evento è stato seguito da almeno 36 scosse di assestamento, la più forte di magnitudo 6.9, e gli esperti russi avvertono che ulteriori scosse potrebbero verificarsi per un mese. Questo sisma si colloca al fianco di eventi storici come il terremoto del Cile del 1960 (magnitudo 9.5), l’Alaska del 1964 (9.2), l’Indonesia del 2004 (9.1) e il Giappone del 2011 (9.0), ma finora non sono state segnalate vittime mortali, grazie ai rapidi sistemi di allerta e alle evacuazioni preventive.
Un viaggio indietro nel tempo
Un fenomeno curioso è stato osservato durante l’evento: le onde di tsunami, viaggiando verso est, hanno attraversato la linea internazionale del cambio di data, arrivando alle Hawaii quando lì era ancora martedì sera, creando l’illusione di un viaggio “indietro nel tempo” in senso cronologico.






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