Le vittime per il terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito Siria e Turchia potrebbero arrivare a 10mila.
Questa la previsione dell’USGS (United States Geological Survey), secondo cui ci sarebbe il 47% di probabilità che le vittime siano tra mille e diecimila, il 20% che siano tra diecimila e 100mila e il 27% che siano tra 100 e mille. Le stime si basano sui dati storici dei terremoti nella regione, sulla popolazione e sulla vulnerabilità delle strutture nelle zone più colpite. I danni potrebbero ammontare a cifre che oscillano tra un miliardo e dieci miliardi di dollari.
Il bilancio, intanto, è salito a 831 vittime. Ciò emerge dai conteggi fatti finora dalle autorità dei due Paesi: finora si contano almeno 284 morti in Turchia, almeno 427 nelle zone della Siria controllate dal governo e oltre 120 nelle aree del Paese controllate dai ribelli.
I soccorsi, però, sono difficili a causa del clima rigido nelle zone colpite dal sisma. Nella provincia turca di Gaziantep, infatti, la temperatura è intorno a 0°C e le previsioni parlano di piogge e neve sia oggi che domani ma alla gente è chiesto di restare fuori dagli edifici perché si attendono nuove scosse di assestamento.
Il primo terremoto, di magnitudo 7.9 sulla scala Richter, è stato seguito 11 minuti dopo da una scossa di assestamento di magnitudo 6,7. Poi, ci sono state anche quattro scosse sopra la magnitudo 6 rilevate dall’USGS. Fra le decine di scosse successive alla prima, molte sono di magnitudo superiore a 4 e alcune sopra la magnitudo 5.
Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, su Twitter: “Sono vicino al popolo turco colpito da un violento terremoto che ha provocato moltissime vittime. Non mancherà l’aiuto dell’Italia. Il ministero degli Esteri sta contattando tutti gli italiani che vivono nella regione colpita dal sisma. Sono vicino anche al popolo siriano che subisce un altro duro colpo con il terremoto di oggi dopo gli anni di guerra”.
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