Durante questa emergenza coronavirus si parla spesso del tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato sviluppato dalle case farmaceutiche Hoffmann-La Roche e Chugai e posto in vendita con i nomi commerciali di Tocilizumab, Actemra e RoActemra.
È utilizzato come antagonista del recettore dell’interleuchina (IL)-6. In altre parole, come si apprende da Futura-Sciences.com, è una molecola che inibisce la reazione infiammatoria del corpo. È principalmente utilizzato nei pazienti con l’artrite reumatoide al fine di ridurre l’infiammazione cronica del corpo.
Questo farmaco è costoso e difficile da produrre a differenza della clorochina. Tuttavia, questo non è un criterio rilevante per giudicare se sia efficace nell’ambito della lotta al Covid-19.
Sono in corso, pertanto, degli studi clinici che hanno l’obiettivo di ridurre la tempesta citochinica (reazione immunitaria potenzialmente fatale) che si verifica in alcuni pazienti, aggravando gli effetti della malattia. Ora, nei pazienti gravemente infettati dal SARS-CoV-2, a volte una tempesta di molecole infiammatorie provoca una risposta all’infezione. Ma, con meccanismi ancora poco identificati, questa strategia degenera e il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo, portando al collasso di alcuni organi vitali e al decesso del paziente. Si ritiene, pertanto, che l’interleuchina-6, la citochina inibita dal tocilizumab, svolge un ruolo importante in questa tempesta, per ridurne gli effetti. Ecco perché il tocilizumab è testato.
Piccoli esperimenti hanno già avuto luogo sul tocilizumab. Nessuno di essi ha soddisfatto gli standard degli studi clinici, quindi è difficile elaborare delle raccomandazioni cliniche. Inoltre, i laboratori di Sanofi (gruppo farmaceutico francese) hanno annunciato che sono in corso studi sul tocilizumab ma hanno mostrato risultati preliminari contrastanti. Insomma, c’è ancora da studiare prima di annunciare che il tocilizumab sia efficace contro le gravi conseguenze del Covid-19.
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