Grasso di tigre e pelli di leopardo. Due diversi sequestri, avvenuti nelle scorse ore in India, che ben evidenziano il dramma della fauna selvatica, avvilita anche da superstizioni e credenze prive di ogni fondamento scientifico.

Il grasso di tigre, assieme ad un piccolo quantitativo di carne essiccata, era  con molta probabilità destinato ad essere contrabbandato oltre confine. Tale “merce”, infatti, è molto richiesta dalla medicina tradizionale dell’estremo oriente. Tanto diffuso è il fenomeno che in una recente riunione degli Uffici della Convenzione di Washington (CITES), stipulata per proteggere le specie rare e minacciate di estinzione, si è discusso di taluni allevamenti di tigri esistenti in Cina, il cui scopo si pensa sia quello di rifornire di “materie prime”, il ricco mercato della medicina tradizionale.

Dello stesso “repertorio”, fanno oltresì parte ossa ed artigli del grande felino.

Simile destino potrebbe essere stato destinato allo scheletro e carne di due leopardi le cui pelli sono state recentemente sequestrate nello stato indiano dello Uttarakhand. I due bracconieri hanno infati dichiarato alle autorità di polizia di avere venduto proprio le ossa e la carne che, già in altri sequestri, è stato riscontrato essere spacciati per pezzi di tigre.

Analogo destino è riservato alle scaglie del pangolino, piccolo mammifero insettivoro le cui popolazioni selvatiche sono diffuse sia nel sud est asiatico che in Africa. Due recenti sequestri, avvenuti nella dogana di Hong Kong, hanno fatto scoprire  diverse tonnellate di scaglie equivalenti a migliaia di animali. Talmente alta è la richiesta che i contrabbandieri asiatici hanno già da tempo iniziato a depredare le popolazioni africane del piccolo mammifero. Per fortuna, nel recente meeting della Convenzione di Washington, tenutosi a Jonannesburg, si è deciso di proteggere tutte la specie di Pangolino, nel tentativo di frenare il traffico illegale di scaglie.

Un commercio, quello che rifornisce la medicina tradizionale orientale che, congiuntamente al traffico mondiale di pets (come nel caso delle tartarughe) rischia di portare sull’orlo dell’estinzione molte specie animali.

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