Tre sorelle russe che hanno ucciso il padre «stupratore» che «le ha abusate e torturate sessualmente» sono accusati dai membri della loro stessa famiglia di avere inventato ogni cosa. La storia è riportata sul Daily Mail.

Krestina e Angelina Khachaturyan, che avevano 19 e 18 anni quando il padre è stato pugnato con il suo coltello da caccia, affronteranno il processo per omicidio premeditato. La sorella minore Maria, che aveva 17 anni al momento dei fatti, sarà giudicata in maniera separata.

Tutte e tre le sorelle hanno ammesso di avere preso parte agli eventi che hanno portato all’attacco con il coltello e il martello contro il padre Mikhail, 57 anni, morto in seguito alle ferite multiple riportate. Le sorelle hanno raccontato che il padre era un «pedofilo» e che hanno subito anni di «tortura e abusi sessuali», per cui hanno agito per autodifesa.

Il vice procuratore generale Viktor Grin all’inizio di quest’anno aveva chiesto che le accuse di omicidio fossero ritirate ma in seguito ha annullato la decisione e ha accusato di omicidio Krestina e Angelina. Inoltre, durante un programma televisivo, la famiglia delle ragazze le ha accusate di avere escogitato un complotto per uccidere il padre ed ereditare soldi e proprietà.

La zia Naira Khachaturyan, sorella del padre, ha affermato che le indagini ufficiali non hanno trovato prove di violenza sessuale contro le adolescenti. Inoltre, test medici avrebbero dimostrato che due delle tre erano ‘vergini’, mentre una terza aveva un fidanzato segreto. Il movente? Uccidere il padre prima che emigrasse in Israele dopo che anche la figlia più piccola avesse raggiunto la maggiore età.

La zia Naira Khachaturyan

Un nipote del defunto, poi, Arsen Khachaturyan, ha affermato che una delle sorelle avrebbe inflitto delle ferite alle altre due così da incolpare il padre della violenza.

La famiglia dell’uomo, quindi, ha assunto l’avvocato Olga Khalikova: «Se le ragazze fossero state oggetto di abusi sessuali, avrebbero potuto facilmente dirlo agli amici che il padre era crudele e le violentava. Ma non l’hanno mai fatto». Inoltre, il legale ha raccontato che le ragazze hanno condotto «uno stile di vita tumultuoso» durante i viaggi del padre in Israele, avendo organizzato feste e assunto droghe, citando delle prove frutto delle indagini.

Tuttavia, altre indagini sostengono il contrario di quanto raccontato alla famiglia dell’uomo. Perché ci sarebbero altre prove che dimostrerebbero che il padre ha minacciato una delle sue figlie «terrorizzate» così: «Prenderai il posto di tua madre. Ti sposerò e darai alla luce il mio bambino». Inoltre, l’uomo avrebbe ordinato a un figlia di spogliarsi davanti a lui e di farsi toccare, dicendo che aveva problemi alla prostata e che era una cura.

Le sorelle hanno confessato di avere ucciso il genitore nel 2018 mentre era sedato, seduto su una poltrona. Inizialmente Maria aveva affermato che l’uomo li stava attaccando con un coltello quando è stato ucciso ma poi ha ammesso che stava sonnecchiando. Maria lo avrebbe pugnalato e Angelina lo avrebbe colpito con un martello. L’avvocato di Krestina, invece, ha affermato che l’allora minore non avrebbe preso parte all’omicidio, anche se presente.

Ora, le due sorelle maggiore rischiano fino a 20 anni di reclusione se condannate e in Russia ci sono due fazioni: i colpevolisti e gli innocentisti.

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