Le parole del leader di Forza Italia

Ucraina, Berlusconi contro Biden e NATO, “anche l’Italia è in guerra perché diamo le armi”

Silvio Berlusconi, parlando dal palco di una manifestazione di Forza Italia a Treviglio, in provincia di Bergamo, ha parlato della guerra in Ucraina.

L’ex premier ha detto: “Non abbiano un leader nel mondo, non abbiamo un leader in Europa. Quello che dovrebbe essere un leader mondiale – il riferimento è a Joe Biden, n.d.r. –  e che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e gli ha detto di andare via dal governo russo per andare in galera”.

E ancora: “Un altro, il segretario della Nato Stoltenberg ha detto che l’Ucraina mai più sarà sotto la Russia e che anche le due repubbliche del Donbass non avranno mai riconosciuta la loro indipendenza. Capirete che con queste premesse Putin è lontano dal sedersi ad un tavolo di negoziazione”.

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“Temo che questa guerra continuerà a lungo – ha proseguito il leader di Forza Italia -. Siamo in guerra anche noi, perché gli mandiamo le armi. Dopo quelle leggere, mi dicono, manderemo cannoni e carri armati e per questo avremo dei forti ritorni delle sanzioni imposte alla Russia sulla nostra economia”.

Per Berlusconi “il prodotto interno lordo sta scendendo, ma i danni più gravi arriveranno dall’Africa. Questo perché nei porti dell’Ucraina sono ferme tonnellate di grano e mais. In Africa non hanno più benzina e temo che questo porterà a formare delle ondate di grandi dimensioni di profughi, di immigrati che verrano in Europa e in Italia. Per evitare tutto questo bisogna pensare a qualcosa di eccezionale per fare smettere Putin di fare la guerra. Io nel 2002 l’ho portato al tavolo della Nato, con Bush e altri leader mondiali, mettendo fine ad una guerra fredda molto dura che durava da oltre 50 anni”.

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Infine, Berlusconi ha affermato che l’Europa ha la necessità di avere un esercito proprio che gli permetterebbe di “diventare una potenza militare mondiale per potersi sedere al tavolo del consiglio del mondo, insieme a Stati Uniti, Russia, Giappone e Cina. Mentre adesso noi non contiamo niente nel mondo”.

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