I cadaveri di almeno 137 soldati russi, uccisi nel tentativo di prendere la capitale ucraina Kiev, sono stati seppelliti nei villaggi occupati durante l’offensiva.
Il colonnello ucraino Volodymyr Liamzin alla BBC ha affermato: “I corpi che abbiamo trovato mostrano che l’esercito russo tratta la propria gente come spazzatura. Non hanno bisogno dei loro soldati. Gettano i loro corpi qui e si ritirano”. I resti dei combattenti russi trovati alla periferia di Kiev sono stati riposti in sacchi bianchi e tutti gli oggetti trovati sono utilizzati per identificarli, come telefoni celluari e foto.
Secondo Liamzin, è stato fatto un tentativo di scambio con il governo russo ma non c’è stata alcuna risposta da parte di Mosca per raccogliere i corpi dei loro militari. Il numero delle vittime da entrambe le parti della guerra è ancora incerto e, secondo le famiglie ucraine, anche lo stesso governo ucraino non ha fatto molti sforzi per recuperare i resti dei propri soldati. Inoltre, il gran numero di vittime russe alla periferia di Kiev potrebbe essere collegato al presunto modello di truppe inviate lì, composte principalmente da giovani e inesperti.
La Russia ha comunicato di rado il bilancio delle perdite nel conflitto ucraino. Le ultime cifre risalgono al 25 marzo e, all’epoca, il Cremlino aveva ammesso la morte di 1.351 militari e il ferito di 3.825. Invece, secondo Kiev, con i dati aggiornati a ieri, martedì 24 maggio, ammonterebbero a 29.450 le perdite fra le fila russe, con cifre che non è possibile verificare in modo indipendente.
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