È stato segnalato un incendio boschivo nell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, dove la guerra è arrivata al suo giorno numero 183. Vladimir Rogov, omponente del consiglio dell’amministrazione militare-civile, su Telegram, allegando immagini satellitari che documentano il rogo, ha affermato: “Foreste stanno bruciando nell’area della centrale nucleare”.

Rogov ha aggiunto che “Energodar, Melitopol e Kherson sono rimaste senza corrente per diverse ore” e “questo a causa dell’interruzione della fornitura dalla centrale di Zaporizhzhia per le provocazioni dei militanti di Zelensky“. Secondo Rogov, “il distacco è stato provocato da un incendio e da un corto circuito alle linee elettriche”. La Russia, infatti, accusa l’Ucraina di bombardare l’area. Kiev, naturalmente, fa lo stesso con Mosca.

A proposito del presidente ucraino, Zelensky ha detto che “la Russia ha portato l’Ucraina e tutti gli europei in una situazione a un passo da un disastro radioattivo”, dopo che ieri, giovedì 25 agosto, “per la prima volta nella storia si è fermata la centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Il presidente ucraino ha voluto “rassicurare tutti gli ucraini” perché “stiamo facendo di tutto per evitare uno scenario di emergenza, ma non dipende solo dal nostro Paese” e “serve una pressione internazionale che costringa” i russi “al ritiro immediato dal territorio della centrale di Zaporizhzhia” e “l’AIEA e le altre organizzazioni internazionali devono agire più rapidamente di quanto stiano facendo ora”.

Per Zelensky l’AIEA deve avere immediatamente accesso al sito “prima che” i russi “portino la situazione a un punto di non ritorno”.

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