Mariupol, la città ucraina bombardata e assediata per mesi dalle forze russe, potrebbe affrontare presto un’epidemia di colera mortale. L’allarme è stato lanciato dai funzionari locali.

Un consigliere del sindaco della città portuale occupata ha dichiarato oggi, martedì 7 giugno, che l’acqua potabile è stata contaminata dalla decomposizione dei rifiuti e dei cadaveri, aumentando così il rischio di un’epidemia di colera.

Petro Andryushchenko alla TV ucraina ha anche aggiunto che alcuni funzionari della città hanno saputo che una vicina città russa, poco oltre il confine, starebbe preparando unità operative di malattie infettive in caso proprio di un’epidemia di colera che potrebbe colpire le truppe russe a Mariupol: “Questa minaccia, quindi, non è riconosciuta solo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da noi ma anche dagli occupanti”, ha detto.

In un’altra intervista alla TV, Andryushchenko ha dichiarato che le autorità russe che controllano Mariupol stanno effettivamente chiudendo la città e introducendo una quarantena autoimposta: “La situazione è piuttosto pericolosa”, ha detto, aggiungendo di sperare che i russi consentano agli esperti epidemiologici, sia ucraini che internazionali, di entrare in città per monitorare la situazione. Da sottolineare che non è possibile, almeno per il momento, confermare in modo indipendente le affermazioni di Andryushchenko.

Queste dichiarazioni allarmanti, comunque, arrivano dopo che il consiglio comunale di Mariupol ha avvertito la scorsa settimana che il porto sul Mar d’Azov è sull’orlo di un picco di malattie infettive. La città sta “letteralmente affogando nella spazzatura e nelle fognature” perché l’approvvigionamento idrico centrale e i sistemi fognari sono inattivi. Inoltre, il caldo estivo ha accelerato la decomposizione di migliaia di cadaveri sotto le macerie. Infine, il consiglio ha anche citato il sindaco Vadym Boychenko, secondo cui decine di migliaia di persone potrebbero morire di dissenteria e colera.

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