La diga della centrale idroelettrica di Kakhovskaya, situata a monte del fiume Dnepr nell’area di Kherson, è stata fatta esplodere dalle forze di occupazione russe. Questo ha provocato una fuoriuscita incontrollata di acqua dal bacino.
Oleksandr Prokudin, capo dell’amministrazione statale regionale di Kherson, ha annunciato l’evacuazione dei residenti della riva destra del fiume ma non è possibile evacuare la popolazione di quella sinistra perché è occupata dai russi. Come conseguenza, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha convocato il proprio Consiglio di sicurezza.
Cosa dicono i russi
I russi, però, come spesso succede, danno la colpa ai bombardamenti delle truppe ucraine. Lo sostiene il capo del governo della regione di Kherson, Andrey Alekseenko, secondo cui la situazione è sotto controllo e non c’è alcuna minaccia per la vita delle persone. Inoltre, secondo il capo dell’amministrazione locale filorussa, Vladimir Leontyev, c’è stato un innalzamento di 2,5 metri del livello dell’acqua nel bacino, ma la diga stessa “non è stata distrutta” e “non ci sarà una catastrofe”. Tuttavia, Leontyev ha aggiunto che potrebbe rendersi necessaria l’evacuazione di circa 300 case a valle, nelle località di Korsunki e Dnepryan.
Però, il ministero dell’Interno ucraino ha fatto sapere che 742 persone sono state evacuate dall’oblast di Kherson: “L’acqua sta salendo. La situazione è ulteriormente complicata dall’erosione di alcune strade, che impedisce l’accesso ad alcuni insediamenti. Le squadre di evacuazione stanno cercando percorsi alternativi”. Sempre secondo il ministero circa 80 insediamenti sono a rischio di potenziali inondazioni, la maggior parte sotto l’occupazione russa.
La condanna dell’ONU
La distruzione della diga d”mette in pericolo migliaia di civili, lasciando molti senza casa e con gravi necessita’ umanitarie”. Così si legge in un post dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Ucraina. “I civili e le infrastrutture civili non sono un obiettivo”.
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