Proviene dal Cile

C’è anche la variante lambda del coronavirus, cosa sappiamo

La variante lambda (Λ, λ) si è aggiunta alla già lunga lista delle varianti del coronavirus.

Dall’inizio della pandemia, come ricordato da MaxiSciences.com, sono state scoperte non meno di cinque varianti. La più recente è la lambda che, stando alle prime analisi, sarebbe più contagiosa e più resistente a vari vaccini.

Questa variante è stata identificata lo scorso dicembre in Cile quando si contavano appena 200 contagi. Oggi, invece, rappresenta l’80% dei contagi nel Paese sudamericano, come ricordato dal professor Tsukayama, dottore in microbiologia molecolare presso l’Università Cayetano Heredia di Lima.

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«Alla fine di marzo rappresentava la metà di tutti i campioni prelevati a Lima. Ora, tre mesi dopo, sta riguardando oltre l’80% di tutte le infezioni a livello nazionale», ha rivelato l’esperto. Ma non è l’unica cosa che preoccupa gli scienziati.

Infatti, secondo Jeff Barrett, direttore della COVID-19 Genomics Initiative presso il Wellcome Sanger Institute nel Regno Unito, questa variante lambda consiste in un «insieme piuttosto insolito di mutazioni». Secondo il Financial Times, per contaminare gli esseri umani, la variante utilizzerebbe una proteina stessa composta da sette mutazioni.

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Inoltre, come spiegato da Monica Acevedo, le proteine ​​che compongono la variante Lambda, le consentono «di neutralizzare gli anticorpi e aumentare così la sua capacità di infezione».

La variante lambda è stata riscontrata nel Regno Unito, in Germania e negli Stati Uniti. L’OMS la sta monitorando da vicino e l’ha classificata come «variante da tenere d’occhio».

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