Chi è Giorgio Trizzino? Da non confondere con Giampiero, deputato regionale siciliano del Movimento 5 Stelle impegnato nella battaglia per fare della Sicilia una regione plastic free. Da non confondere seppure fra i due scorrano vincoli di sangue. Dunque chi è Giorgio Trizzino. Deputato nazionale 5S eletto nel collegio uninominale Palermo-Libertà alle politiche del 2018, l’onorevole Giorgio si sta conquistando spazi sempre maggiori tra le righe dei quotidiani nazionali.

Le ultime dichiarazioni? Neanche troppo parsimoniose di diplomazia all’indirizzo del suo stesso movimento se si pensa che ha avuto l’ardire di criticare il capo politico Di Maio sulla questione controversa del vincolo di mandato ai parlamentari. Alla proposta della megamulta da comminare a deputati e senatori che cambino partito durante il loro mandato per mettere fine al “mercato delle vacche” ma soprattutto per frenare il passaggio dai 5S a Italia Viva (come già accaduto con la senatrice Gelsomina Vono), Trizzino risponde a distanza: “Non con le minacce si trattengono i parlamentari ma con la comprensione e la valorizzazione del loro pensiero. Dobbiamo avere una visione più ampia della politica. È quello che ci chiedono i cittadini”. Frondista organico o meno al gruppo dei grillini che sta mettendo in discussione la linea del capo politico, Giorgio Trizzino sta emergendo. Ma se è possibile – almeno fra gli analisti attenti agli equilibri politici nazionali, quelli bravi – il deputato nazionale venuto da Palermo si sta facendo strada fra quei movimentisti che scommettono sul futuro del premier Giuseppe Conte. Futuro che in tanti auspicano oltre l’orizzonte temporale de governo in carica.

Qualche giorno fa, ma è passata sotto silenzio, in un’intervista al Foglio di Claudio Cerasa, Trizzino paragonava il premier addirittura a Romano Prodi. “Il parallelismo credo sia appropriato” ha detto. Non solo. Trizzino ha ricordato come si sia speso personalmente per l’accordo M5S-Pd e per il futuro si è anche spinto oltre: “L’amalgama vero tra Pd e M5s potrà esserci solo quando da entrambi i fronti si supererà il senso di appartenenza e l’identità partitica delle singole componenti per trovare un orizzonte più ampio e più ambizioso nella nuova piattaforma. Che poi sia un partito unico, o un campo, è questione secondaria. Quel che è fondamentale è stabilire che Conte ne sarà il garante: e in questo senso, se ripensiamo all’esperienza dell’Unione di Prodi, alla sua capacità di aggregare oltre le divisioni dei partiti, il paragone tra il Professore e l’avvocato mi pare corretto”.
Occorre fare un passo indietro allora e provare a rispondere bene alla domanda iniziale. Chi è Giorgio Trizzino? Direttore medico dell’ospedale Civico e del Di Cristina, poco più di due anni fa si è affacciato alla politica offrendo la sua disponibilità a candidarsi alle elezioni politiche del 2018. Per otto anni è stato ai vertici del più grande ospedale da Napoli in giù, e si è distinto per le sue battaglie sulle cure palliative. Negli anni Novanta ha fondato la Samot, che gestisce le cure a domicilio per i pazienti terminali di tumore. Attività per cui è stato ricevuto al Quirinale alla guida di una delegazione di medici (nella foto la cerimonia del 19 gennaio 2018 con il presidente della Repubblica, ndr).
Ma attenzione, i suoi rapporti con i Mattarella affondano più indietro nel tempo perché negli anni ’70, Giorgio Trizzino muove i suoi primi passi da attivista politico a Palermo iscrivendosi “Gruppo politica giovani” fondato da Piersanti Mattarella. Tanto che sempre il Foglio lo definisce il grillino che “vanta una certa famigliarità con la famiglia Mattarella”.

Con la sinistra cattolica siciliana, Giorgio Trizzino ha segnato tappe e incamerato ruoli importanti della sua carriera professionale: consulente alla Sanità dell’allora presidente della Regione dc Giuseppe Drago; sotto Raffaele Lombardo ha ottenuto l’incarico di direttore medico dell’Ospedale dei bambini. Ruolo che ha mantenuto anche con Rosario Crocetta. Uno che sa muoversi e che nel Conte bis si aspettava la nomina a ministro o – in subordine – a sottosegretario al dicastero della Salute. Non sono arrivate e il deputato non ha nascosto la sua amarezza scrivendo in un post su Facebook: “Molti organi di stampa davano per scontata la mia nomina dapprima a ministro e successivamente a sottosegretario alla Salute. Non è stato così perché sono prevalse altre logiche che tutti dobbiamo comunque rispettare. Io continuerò a credere nei miei principi e nelle mie idee. Adesso più che mai. Questa è l’unica strada! Sono grato a quanti hanno creduto in me e spero che continueranno a farlo”. E anche questa – dicono gli analisti, quelli bravi di prima – è una dichiarazione che non fa bene ai 5Stelle. E se oggi si leggono le cronache dei giornali che insistono su posizioni diversificate fra il premier e Luigi Di Maio sul tema dei diritti (fine vita e ius culturae più di tutto), c’è da scommettere che la sfida sul partito di Conte – che può passare prima dall’alleanza organica con il Pd – sia ormai sul piatto. E che a Palermo si giochi una partita importante.
Targata Giorgio Trizzino.