Da Sant’Antimo, nel Napoletano, l’ennesima storia di violenza e bullismo che ha come vittima un giovane portatore di handicap. I carabinieri hanno eseguito due ordinanze di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emesse dal Tribunale di Napoli Nord e dal Tribunale per i Minorenni di Napoli. Il caso coinvolge tre ragazzi, di 20, 19 e 18 anni, quest’ultimo minorenne al momento dei fatti, accusati di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo ai danni di un coetaneo vulnerabile di 17 anni.

Le indagini, che hanno portato all’emissione delle ordinanze cautelari, hanno rivelato una serie di aggressioni fisiche e verbali ripetute nel tempo. La vittima, già fragile per la sua condizione psichica e il ritardo cognitivo, è stata sottoposta a ingiurie, offese, insulti, e atti denigratori tra cui sputi, palpazioni genitali e addirittura urinare sul ragazzino.

Il coinvolgimento di più persone nei reati rende il caso ancora più inquietante: i tre ragazzi sono accusati di aver agito in concorso tra loro, intensificando la gravità delle loro azioni.

Nel dettaglio, le indagini condotte dai carabinieri hanno raccolto diversi elementi incriminanti nei confronti degli indagati. La madre della vittima ha denunciato gli episodi solo dopo alcuni mesi. Alcuni degli atti di violenza sarebbero stati egistrati con smartphone.

La ricostruzione

La crudele sequenza di violenze subite dal giovane è stata documentata in almeno due terribili episodi. Gli aggressori, mascherandosi da amici della vittima, si presentavano a casa sua, sfruttando la fiducia dell’adolescente. Tuttavia, secondo le indagini degli inquirenti, questa apparente amicizia nascondeva un oscuro motivo: chiudersi in una stanza per infliggere brutali maltrattamenti al 17enne.

Il giovane sarebbe stato oggetto di percosse e spinto giù per le scale. In un atto di umiliazione estrema, uno dei bulli avrebbe addirittura urinato sul ragazzino mentre giaceva a terra. In un altro episodio scioccante, la vittima sarebbe stata presa a bastonate.

I magistrati, analizzando il contesto, hanno messo in luce come queste azioni siano state compiute “per dare sfogo alle proprie frustrazioni”, evidenziando un chiaro elemento di sadismo nei confronti della vittima.

Il calvario del giovane non è stato un episodio isolato ma, secondo le indagini, una serie di brutalità che si sono perpetrate dallo scorso anno fino a marzo 2023.

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