Antonietta Di Tullio è la madre di Marco e Gabriele Bianchi, i fratelli arrestati per l’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, avvenuto nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre a Colleferro, alle porte di Roma.

Intervistata dal Corriere della Sera, la donna ha affermato: «Mi vergogno per gli assassini di Willy, ma i miei figli non sono i mostri che avete descritto e la piena verità su di loro verrà fuori. Parlo come mamma di quattro figli, nessun genitore può sopportare un dolore simile. Il primo pensiero al mattino è incrociare il viso del figlio e nessuno al mondo merita una simile atrocità. Se penso alla mamma di Willy sto male. Vorrei darle tutto il mio cordoglio, mandarle un abbraccio, ma a che servono le parole? So che la sua vita è distrutta e niente sarà più come prima».

La donna ha poi aggiunto: «I miei figli devono pagare se hanno sbagliato, qualunque cosa abbiano fatto, ma non per quello che non hanno fatto. La giustizia deve andare fino in fondo. Sono sicura che non sono stati loro a ucciderlo, una mamma certe cose le sa».

Marco e Gabriele sono picchiatori? Le parole della madre: «Non sono così. Gabriele ha aperto un negozio di frutta, Marco aiuta nel ristorante di Alessandro (il fratello maggiore, n.d.r.), e dove c’è da dare una mano ci sono sempre. Li giudicate per come appaiono su Facebook ma quelle sono stupidaggini. La foto dietro le sbarre dal parrucchiere Capelli in gabbia di Lariano, gli orologi che indossano valgono 200 euro…».

E le denunce per rissa? Così Antonietta Di Tullio: «Non sto dicendo che non è vero: hanno fatto a botte ma con gente come loro, adulti. Quella sera erano lì da pacieri, non se la sarebbero mai presa con un ragazzino».

Infine, a proposito dei commenti ricevuti sui social media: «Ci hanno infangato e umiliato. Se la sono presa con i miei nipoti, gli altri figli, ma come si fa? Non sono una cattiva madre in paese mi conoscono, chiedete a chiunque. I miei figli li ho educati al rispetto, al sacrificio e alla solidarietà da quando li svegliavo all’alba per non lasciare solo mio marito che accompagnava il maggiore a Marino per studiare. Abbiamo fatto tanti sacrifici e oggi siamo distrutti anche noi. Non ci riprenderemo più».

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