Scopi differenti, motivazioni altrettanto differenti, stesso amaro in bocca. Roma ed Inter sono le protagoniste che ti aspetti della 28ª giornata di Serie A.
Entrambe le compagini giocano, vincono e dominano in casa rispettivamente contro Fiorentina, sazia nel momento peggiore per esserlo, e Palermo, che adesso vede Stellone nello specchietto retrovisore e annaspa per arrivare prima al prossimo pitstop.
In gran forma il club capitolino, ci ha stregato tutti per grinta e soprattutto eleganza. Il mercato ha reso un favore a Spalletti, che ha trovato in Perotti e in El Shaarawy probabilmente i migliori elementi d’attacco di fascia medio-alta sul mercato a gennaio.
L’ argentino è tornato ai tempi di Siviglia, si muove da falso nueve e segna più del nueve di ruolo, che lo guarda dalla panchina assieme a capitan Totti, entrambi consapevoli di non essere nelle condizioni, attualmente, di competere.
Di El Shaarawy avevamo già detto durante il nostro primo appuntamento della scorsa settimana che ci ha stregati esattamente come la regina strega Biancaneve, non avendo bisogno nè di mele incantate, nè di melafonini pronti a scattare un selfie sotto la Curva più per goliardia che per utilità.
Dulcis in fundo, il fattore Spalletti ha dato una convinzione in più ad una squadra demotivata, mi chiedo ancora se non si fosse perso tempo ad esonerare Garcia adesso in che posizione di classifica sarebbe.
Discorso simile per l’Inter, che non ha lo stesso potenziale, non ha mai ambito a vincere questo scudetto e ha sbagliato il mercato per due volte consecutive. Nonostante questo, è il quinto posto il reale valore della squadra vista in questi ultimi giorni? La squadra capace di disintegrare a Milano la Juventus, seppur rimaneggiata e priva di grandi motivazioni?
Probabilmente aver cambiato più moduli degli allenatori esonerati da Zamparini non ha aiutato i nerazzurri in classifica. Eppure, se non fossero aliene le concorrenti, il ritardo di Inter e Roma si noterebbe meno, ma non è questo il caso.
Infatti se a Bergamo mister muscolo idraulico gel Barzagli segna dopo quattro anni e Lemina riesce nell’impresa di andare al tiro dopo aver fatto 4 dribbling ed esserne uscito illeso e con i capelli ancora perfettamente pettinati, allora davvero la Juventus è ancora padrona del campionato e da i suoi stessi risultati dipenderà la vittoria finale.
Dispiace per il Napoli che avrebbe probabilmente vinto qualsiasi altra competizione nazionale in Europa eccezion fatta per la Liga Spagnola. Insigne è un fantasista d’altri tempi, Hamsik ha i tempi di gioco di Lampard (perdonerete il paragone pistocchiano) e Higuain non smette mai, mai, di stupire. 26 gol ed il top scorer Toni (31) nel mirino.
Se questo turno di Serie A ha dato seguito a tanti rimpianti, ne ha addirittura posti in essere altri: il Milan non è una squadra costante, ci ha illuso di poter arrivare più in là del sesto posto, ma non ha fatto i conti con il gioiello di questa Serie A: il Sassuolo di Di Francesco. Squadra stellare tatticamente e gradevole tecnicamente, è un piacere vederli giocare!
Nulla da rilevare in mezzo: la stessa Sazietà della Fiorentina la ritroviamo nella vittoria del Genoa contro l’appanzatissimo Empoli, nel pareggio di Torino tra Toro e Lazio B (Pioli ormai è concentrato solo sull’EL e si vede dalle scelte di formazione) e nel pareggio di Bologna, in cui Destro e compagni hanno faticato per riuscire nell’impresa di non segnare ad un Carpi insolitamente sconnesso e poco concentrato, forse ormai consapevole e rassegnato.
Nota di merito per Frosinone e Sampdoria, dei primi abbiamo già parlato e non potevamo non farlo. I diretti rivali dell’Udinese sono stati asfaltati dalle idee e dal gioco del club frusinate, che ha in Ciofani un’arma in più che le altre della stessa zona di classifica non hanno.
I blucerchiati invece hanno trovato la quadra intorno a Cassano, che sfrutta l’occasione della squalifica di Correa e torna FantAntonio. Nostro piccolo presentimento: il barese sta imparando qualche parolina di francese per ordinare baguette e mortazza nelle ore libere di Euro 2016. E forse anche il cinese.
(a cura di Carlo Castiglione)
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