A 13 anni dal fallimento delle società Miraglia, noti commercianti di abbigliamento, i pm di Palermo concludono la requisitoria del processo per bancarotta fraudolenta e truffa a carico, tra gli altri, del patron delle imprese Lucio Miraglia. L’accusa ha chiesto la condanna complessivamente a 32 anni e 6 mesi dei sette imputati.

Le pene più alte sono state chieste per Lucio Miraglia (6 anni), Carlo Sorci (6 anni) e Giancarlo Ciacciofera (7 anni), 3 anni sono stati chiesti per Vittorio Passaro, 3 anni e 6 mesi per Maria Giuseppe D’Addelfio, 4 anni per Francesco Mocciaro, 3 Anna Mocciaro. Secondo l’accusa, per sottrarli al fallimento i beni immobili intestati alla Miraglia e a una serie di ditte satelliti sarebbero stati distratti attraverso cessioni ad altre società con sedi in paradisi fiscali creando un danno all’erario e ai creditori per circa 13 milioni di euro.

Ai Miraglia vennero sequestrati beni per oltre 40 milioni di euro. Oltre alla bancarotta agli imputati sono contestati a vario titolo la truffa aggravata, il falso in bilancio, l’ abuso d’ ufficio, l’ emissione e utilizzazione di fatture relative a operazioni inesistenti, la distruzione e occultamento di scritture contabili.