Prima partita di calcio ufficiale oggi per A.T, il giovane ragazzo tredicenne del Mali che nei giorni scorsi aveva vinto la sua battaglia legale per essere tesserato da una squadra di calcio palermitana contro il parere della FIGC.
La Federazione, appellandosi ad un regolamento internazionale della FIFA per la tutela dei minori dal diffuso fenomeno dei tesseramenti di “giovani promesse” del calcio non supportate da un quadro sociale e familiare adeguato, aveva inizialmente respinto la richiesta di tesseramento, venendo però condannata dal Giudice Michele Ruvolo della Prima sezione civile del Tribunale di Palermo.
Il ragazzo, giunto a Palermo quale minore straniero non accompagnato, vive nella nostra città con due genitori affidatari e sotto la tutela giuridica dell’Assessora Comunale Agnese Ciulla; vedendosi negata la possibilità di tesseramento ad una società sportiva, aveva chiesto tramite l’Avvocato Giuseppe Cascina, di essere comunque inserito nella “rosa” dei giocatori di una società dilettantistica palermitana, rivolgendosi al tribunale.
Oggi ha potuto dare avvio alla sua esperienza di giovane calciatore, accolto da una festa che ha coinvolto tutti i compagni di squadra e le famiglie.
“Oggi è un momento di festa per lo sport e per la città – hanno dichiarato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessora alla Cittadinanza Sociali, Agnese Ciulla presenti al campo sportivo – perché si è data a questo ragazzo la possibilità di rendere concreto il suo sogno e perché il Tribunale ha riconosciuto che attorno a lui e alla sua vita è stato costruita una rete di supporto personale, emotivo e sociale che vede nel Comune e nella famiglia affidataria il fulcro. Palermo ancora una volta ha mostrato e mostra il suo volto accogliente e la sua capacità di rendere l’accoglienza un fatto concreto. Con questa festa – hanno concluso – oggi abbiamo mostrato che a qualsiasi età l’unica differenza di colore sui campi sportivi può essere quella delle maglie di gioco.”
A festeggiare A.T. era oggi presente anche Rajendra Bitrayya, delegato area Salute e Sanità della Consulta delle Culture, che ha affermato che “lo sport assume sempre più e sempre meglio la funzione di strumento di abbattimento delle barriere e conferma ancora una volta che soltanto una vera politica di accoglienza è quella che può essere messa in campo dinnanzi ai fenomeni migratori.”
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