La vicenda, assai dolorosa, è stata oggetto di una controversia giudiziaria durata a lungo. I genitori di sei bambini tra i 3 ed i 5 anni avevano denunciato una serie di episodi traumatici ed abusi messi in atto da una maestra. Dopo ben 20 anni, Piera Cordaro, che lavorava alla scuola “Giovanni Pascoli” del quartiere Zisa di Palermo, è stata condannata dalla Corte dei Conti a sborsare un maxi-risarcimento di 915mila euro all’assessorato regionale all’Istruzione.

La notizia viene riportata dal Giornale di Sicilia.
La donna oggi ha 64 anni, i bambini vittime di questa brutta vicenda sono ormai adulti.
L’assessorato, in sede civile, era stato condannato a risarcire le famiglie degli alunni.

La sentenza di adesso, accogliendo il ricorso della procura regionale, ha riformulato il pronunciamento con cui due anni fa i giudici contabili di primo grado avevano condannato l’ex maestra a versare 129mila euro.

Ma la donna, come sottolineato dalla sua difesa, “vive in condizioni di grave disagio economico”, tanto da aver richiesto il gratuito patrocinio, per cui la sentenza difficilmente potrà essere rispettata.

Le indagini per far luce sugli abusi, che risalgono al 1996, furono coordinate dall’allora sostituto procuratore Marzia Sabella. Le piccole vittime, maschi e femmine, vennero interrogate e sottoposte a visite mediche.
Alla maestra, subito sospesa dal provveditorato, vennero concessi gli arresti domiciliari. Il processo penale si concluse con la condanna per violenza sessuale “con il riconoscimento delle aggravanti della continuazione e della commissione nei confronti di persone minori di anni quattordici”.

Il giudice riconobbe poi, nel 2000, il risarcimento per i genitori di una delle vittime, stimato in 30 milioni di lire, sentenza divenuta irrevocabile nel 2003. Anche le famiglie degli altri 5 bambini si rivolsero al giudice per il risarcimento e tra il 2008 ed il 2009 arrivarono le condanne per la maestra e l’assessorato regionale all’Istruzione.

Nel 2013 la Regione liquidò alle vittime più di un milione di euro. Somma che in sede di sentenza definitiva era scesa a 915mila euro e che adesso l’assessorato chiede alla ex maestra.

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