A Terrasini e Carini c’era chi accusato di omicidio e chi svolgeva l’attività di autotrasportatore percepiva il reddito di cittadinanza.

Nel primo caso F.S., 29 anni,, risultata residente a Terrasini, sin dal mese di aprile del 2020 ha omesso di indicare nella prescritta richiesta inviata all’Inps che il proprio coniuge C.D.L.D. 35 anni, accusato di omicidio doloso, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, rapina aggravata, rissa e svariati altri reati, è detenuto presso la casa circondariale di Palermo “Pagliarelli”.

Tenuto conto che tale circostanza costituisce causa ostativa alla concessione del beneficio i finanzieri hanno proceduto a denunciare F.S. alla Procura della Repubblica di Palermo per le violazioni previste dagli artt. 3 e 7 del D.L. 4/2019 e, contestualmente, hanno sottoposto a sequestro preventivo la “Card reddito di cittadinanza” nonché a segnalare l’indebita percettrice al locale Ufficio Inps per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca/decadenza del beneficio e per il recupero coattivo della somma già indebitamente percepita, pari ad € 11.897,22.

Nel secondo caso i militari della Tenenza di Carini, dopo una mirata attività info-investigativa che ha riguardato mirati appostamenti e pedinamenti svolti tra Carini e Palermo, hanno accertato che l’indebito percettore di R.d.C., C.M. 47 anni svolgeva, già dal mese di febbraio del c.a., l’attività di autotrasportatore in qualità di dipendente in “nero” per conto della ditta risultata intestata al fratello C.S., 48 anni.

Anche in questo caso tale circostanza costituisce causa ostativa alla concessione del beneficio e per tale motivo si è proceduto alla denuncia a piede libero di C.M. per le violazioni previste dagli artt. 3 e 7 del D.L. 4/2019 ed al contestuale sequestro preventivo della “Card reddito di cittadinanza” nonché a segnalare l’indebito percettore al locale ufficio I.N.P.S. per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca/decadenza del beneficio e per il recupero coattivo della somma indebitamente percepita, pari ad € 16.640.

L’attività di servizio conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al Corpo della Guardia di Finanza, a contrasto di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche destinate a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di disagio.