Il Consiglio di amministrazione del Cerisdi, dopo avere esaminato le relazioni degli uffici competenti e del collegio dei revisori, ha preso atto della condizione economica che non consente di proseguire l’attività. Spetta all’Assemblea dei soci, unico organo deputato, deliberare la liquidazione.
L’Assemblea è stata convocata dal Presidente del Cerisdi con all’ordine del giorno la liquidazione e la nomina del liquidatore. Sia della presa d’ato del Cda quanto della convocazione dell’Assemblea dei soci è stato tempestivamente informato il Presidente della Regione della Regione siciliana.
Il Presidente del Cerisdi, Salvatore Parlagreco, aveva invitato il Presidente della Regione ad associare la Regione al Cerisdi in maniera da permettere il proseguimento dell’attività, sospendere contributi e finanziamenti previsti, ma non erogati, da tre leggi regionali vigenti, e ottenere congrui risparmi sui costi delle commesse per la formazione del personale della Regione da decenni attribuiti “in house”, quindi senza gara, a Enti nazionali.
“Avendo appreso dagli Organi di stampa che Il CDA del Cerisdi ha avviato le procedure di messa in liquidazione – dichiara Mimma Calabrò Segretario Generale Fisascat Cisl Sicilia – riteniamo che le dimissioni della Governance del Centro siano un atto dovuto avendo dimostratodi non esser capace di individuare soluzioni atte al suo rilancio, né a potenziare il Bilancio del Centro oggi estremante deficitario.
Probabilmente qualcuno dimentica che drammatiche sono le condizioni in cui versano i 28 lavoratori del Centro che, pur non percependo alcuna retribuzione da sette mesi, continuano ad essere presenti nel proprio posto di lavoro, adempiendo ai compiti previsti, senza alcuna garanzia.
L’ingresso dei due consiglieri di nomina regionale che, in un primo momento avevamo appreso favorevolmente, non solo non ha portato ad alcun elemento di sviluppo concreto ma, paradossalmente alla fine, ha peggiorato la critica situazione con l’accumulo di compensi degli Amministratori del Centro che, ad oggi seppur sospesi, sembrerebbe continuino a maturare. Non è accettabile che la spending review debba essere solo ed esclusivamente riversata sull’anello debole della catena e, cioè, sui lavoratori.
Lancio pertanto un appello – conclude la Calabrò – al Governo Regionale, alla Deputazione Regionale, al Comune di Palermo e IRCAC nella qualità di soci del centro nonchè alle altre Istituzioni convolte, affinché attivino immediatamente tutti gli sforzi, gli interventi e le strategie necessari che abbiano come primo obiettivo la piena salvaguardia dei posti di lavoro ed un concreto rilancio delle attività del Centro che potrebbe essere il punto di formazione di eccellenza non solo per la Sicilia ma per paesi del Mediterraneo, onde scongiurare nefasti scenari e drammatici risvolti per i lavoratori e per le loro famiglie”.
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