La domenica nera della Polizia Penitenziaria. Un agente scelto della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto nel carcere maresciallo Di Bona, nella nona sezione dell’ex Ucciardone di Palermo. Lo rende noto il segretario regionale del sindacato Cnpp Maurizio Mezzatesta.

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione del sindacalista “il detenuto aveva richiesto di uscire dalla cella per telefonare, una volta fuori dalla stanza minacciava verbalmente l’agente per poi aggredirlo ferocemente spingendolo contro il muro.  L’agente scelto, preso alla sprovvista e dolorante, è stato soccorso e inviato in ospedale. Dopo le cure del caso è stato dimesso con una prognosi di tre giorni.

“Si allunga la cronologia delle aggressioni – il segretario regionale Mezzatesta – sembra davvero non avere fine la spirale di violenza che contraddistingue la Casa di Reclusione maresciallo Di Bona ex Ucciardone. Tutta la nostra solidarietà al collega ferito”.

La tragedia

L’aggressione segue una tragedia che ha colpito la penitenziaria nel fine settimana con re morti. E’ il bilancio di un drammatico incidente stradale avvenuti fra il pomeriggio e la sera del penultimo sabato di agosto in Sicilia. Un bilancio pesante, una vera e propria strage nel pieno del week end.

Sono tutti agenti di polizia penitenziaria i tre morti dell’incidente avvenuto nel catanese nel quale un altra persona è rimasta ferite. Lo scontro frontale tra due auto è avvenuto lungo la strada statale 385 fra Palagonia e Mineo, nel Catanese. Le vittime erano sulla stessa vettura e si stavano recando nel paese della Piana di Catania per partecipare alla festa del Patrono.

Le identità delle vittime

Le vittime sono Pietro Tantoli, 48 anni, originario di Bitonto in Puglia, inizialmente ferito, è spirato poco dopo essere giunto in ospedale. Sul colpo avevano perso la vita immediatamente Giuseppe Spampinato di 49 anni e Giovanni Barbanti di 38 anni. Una tragedia per la quale hanno espresso cordoglio tutti, dal Ministro della Giustizia al Capo del Dap, il Dipartimento penitenziario del Ministero, passando per la direzione del carcere dove lavoravano e tutte le sigle sindacali di categoria

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