“Una vigliacca e ignobile violenza quella che hanno subìto ieri, a Palermo, due nostri concittadini. Una violenza che ancora una volta ha un nome: omofobia. Mi auguro che la Giustizia faccia il suo corso il prima possibile. Vi aspettiamo a casa, ragazzi”. E’ il commento del sindaco di Torino, Chiara Appendino, su twitter all’aggressione subita dalla coppia gay che sabato sera a Palermo è stata picchiata da una baby gang.

Il rischio di rispondere all’odio con altro odio

Un commento che adesso rischia di spostare l’attenzione dalla legittima indignazione per l’aggressione ad un altro tema. La risposta all’odio sembra essere altro odio, stavolta nei confronti del Sud.

Quel ‘vi aspettiamo a casa’, infatti, è stato recepito da molti palermitani, come una condanna della città e non del gesto di una banda di delinquenti. Aggressioni contro coppie gay, infatti, sono raccontate dalle cronache., purtroppo, in tutta Italia . E tante sono quelle mai denunciate o delle quali la stampa non  viene a conoscenza.

Un atteggiamento anti meridionalista che nulla ha a che vedere con il vero problema. E’ successo a Palermo e di questo i palermitani si vergognano. Ma Palermo è anche la città del Gay Pride annuale che negli ultimi anni non si è fatto in forma pubblica e di ‘festa’ di piazza solo per motivi legati al covid19. Palermo è una città tollerante da sempre.

La Sicilia e Palermo non si riconoscono negli aggressori

La Sicilia è stata la prima regioni ad eleggere un presidente dichiaratamente gay, e prima ancora ad eleggere sindaco gay.

Parla di assurda intolleranza il presidente della Regione attuale Nello Musumeci “La Sicilia è da sempre Terra generosa e di accoglienza. Ecco perché l’aggressione alla coppia di turisti gay ad opera di alcuni giovanissimi scalmanati, nel centro di Palermo, va condannata senza alcuna esitazione. Alle due vittime della assurda intolleranza vanno le mie scuse, sapendo di interpretare il sentimento dell’intera Comunità siciliana. Spero che decidano di tornare nella nostra Isola: saranno benvenuti e nostri ospiti”.

Una battaglia alla caccia del turista?

Ma il rischio adesso è che questa assurda e inaccettabile vicenda diventi terreno di altri scontri i9nvece che occasione di riflessione, educazione, civilizzazione. terreno di speculazioni.

“Invito i ragazzi aggrediti a Palermo a venire ospiti della città a Taormina. Desidero far capire loro quanto grande possa essere il cuore siciliano e quanto profondo il senso di ospitalità” dice questa mattina in una nota il sindaco di Taormina, Mario Bolognari. “Taormina – sottolinea il sindaco – ha una storia di accoglienza di tutte le forme di inclusione di libertà individuali e collettive che riguardano ogni aspetto della vita. Prego gli operatori dell’informazione di mettermi in contatto con i nostri amici. Li accoglieremo a Taormina per una vacanza di libertà e condivisione”. Anche qui una frase dalla doppia possibile interpretazione. Ma su tutte le frasi di tutti i sindaci (Appendino compresa) vogliamo credere che siano solo destinate a ‘coccolare’ le vittime, a farle sentire a casa ovunque. Non vogliamo pensare che dietro ci siano altri pensieri, altre idee, altri fini.

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