Prosegue la marcia degli agricoltori siciliani. Questa mattina, diverse centinaia di persone si sono radunate nei pressi di Resuttano (CL), attraversando con i propri trattori la parte delle Madonie. Circa cinquecento i mezzi impegnati nella protesta secondo i manifestanti, la quale ha coinvolto i territori di Alimena, Bompietro e Petralia Soprana. Due le strade interessate: la SP 19 e la SS290.

Cinquecento trattori in marcia sulle Madonie

I motivi della protesta rimangono sempre gli stessi, ovvero le difficoltà economiche del settore, le politiche comunitarie in tema di agricoltura ed allevamento, nonchè il progressivo spopolamento di giovani dalla Sicilia. “Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro – spiega Aldo Mantegna, allevatore di Gangi -. Ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, che gravano sulle nostre tasche, non si sono accompagnate misure di sostegno né l’aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti. Ci rivolgiamo al presidente della Regione Siciliana, Schifani e all’assessore all’agricoltura, Sammartino; vogliamo che prendano una posizione chiara rispetto alle proteste: sono dalla parte degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori siciliani? Se sì, chiediamo che intervengano sulle materie di loro competenza e che si facciano portavoce con il governo nazionale ed europeo”.

Chiesto un tavolo tecnico con la Regione

Secondo quanto dichiarato dai manifestanti, gli stessi inoltretanno nelle prossime ore un documento ufficiale contenente le rivendicazioni più urgenti. Fra queste, figura la convocazione di un tavolo tecnico fra gli agricoltori e gli esponenti della Regione Siciliana, da realizzare entro una settimana. In assenza di risposte, gli agricoltori hanno già annunciato nuove mobilitazioni.

Chiediamo la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo – spiega Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie -, abolizione definitiva dell’IRPEF agricola e dell’IMU, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei Contributi PAC e PSR, l’immediato decreto di declaratoria di calamità naturale per l’annata agraria 2023/2024, l’aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale”.

“Servono interventi urgenti”

“Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio – conclude Santa Gangi, portavoce del Comitato -, specialmente interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare”.

Annunciato nuovo presidio a Termini Imere

Intanto, il fronte della protesta ha annunciato una nuova mobilitazione. Agricoltori ed allevatori si ritroveranno sabato 3 febbraio nella Zona Industriale di Termini Imerese. “Domani (venerdì 2 febbraio n.d.r.) non ci è stato concesso di manifestare – spiegano gli organizzatori – perché gioca il Palermo in casa. Ma sabato saremo in strada per chiedere il rispetto del nostro lavoro e maggiori tutele per il Made in Sicilia. Non è più tollerabile lavorare in perdita e senza garanzie. Siamo stufi di vedere i nostri prodotti pagati due soldi quando poi nei banchi di vendita arrivano a prezzi molto cari. Nella filiera gli agricoltori sono penalizzati e non è più tollerabile”.

Sammartino: “Vicino ad agricoltori, presto incontro”

Una serie di mobilitazione sulle quali si registra la presa di posizione dell’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. “Rinnovo la mia vicinanza ai lavoratori del comparto agricolo che in questi giorni manifestano contro le politiche dell’Unione Europea, troppo spesso distanti dai bisogni reali dei territori – ha sottolineato l’esponente della Lega -. Incontrerò presto i loro rappresentanti per raccogliere proposte. L’ascolto è alla base del lavoro messo in campo in questi mesi, come gli aiuti economici alle imprese in ginocchio per i rincari del carburante e dell’energia e le battaglie che ho portato avanti in commissione Politiche agricole a tutela dei consumatori e dei prodotti della nostra terra, anche per l’utilizzo di etichette visibili negli alimenti contenenti farine derivate da insetti. Ieri – conclude Sammartino – ho chiesto al presidente Schifani di dichiarare lo stato di calamità naturale per la siccità. La situazione del comparto è molto delicata e non faremo mancare il nostro sostegno”.

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