• La Corte di Appello di Palermo conferma le condanne per reato di rissa aggravata
  • Confermati due anni di reclusione per Giovanni Colombo, Pietro Covello e Mariano Russo
  • I genitori, “Continuiamo a pregare e sperare che la giustizia possa trionfare”

Si è conclusa una importante tappa processuale della vicenda scaturita dalla morte di Aldo Naro, il giovane medico assassinato nella discoteca Goa di Palermo la notte del 14 febbraio 2015. La Corte d’Appello di Palermo ha infatti confermato le condanne per il reato di rissa aggravata: due anni di reclusione per Giovanni Colombo, Pietro Covello e Mariano Russo, oltre al risarcimento dei danni per le parti civili e al pagamento delle spese. Assolto Francesco Meschisi.

Confermata la sentenza emessa in abbreviato

I Giudici di secondo grado hanno confermato integralmente la sentenza emessa a seguito del giudizio abbreviato da parte del Gup Fernando Sestito, indicando in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni.
“Siamo soddisfatti – affermano gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone, legali della famiglia Naro – dell’esito di questo grado di giudizio. Si aggiunge un ulteriore tassello utile alla ricostruzione di quanto accaduto la notte dell’omicidio di Aldo. Adesso attendiamo fiduciosi gli sviluppi investigativi e la conclusione delle indagini preliminari relative al procedimento per omicidio volontario in concorso”.

Le indagini su altri tre buttafuori

Dovrebbero infatti terminare a breve le indagini a carico dei buttafuori Gabriele Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello, indagati per il reato di omicidio in concorso. Si tratta del procedimento nell’ambito del quale la nuova autopsia e la tac 3d virtopsy hanno certificato la molteplicità e la multilateralità dei colpi sferrati in rapida sequenza nella regione cranica del giovane medico.

Cosa diceva la perizia

“Un solo colpo non avrebbe potuto generare una tale emorragia cerebrale e le lesioni ossee”. Così scrivevano i periti nominati dal Gip Filippo Serio nel procedimento per omicidio volontario. Dopo la riesumazione del cadavere, i risultati della Tac 3D in modalità virtopsy e della nuova autopsia hanno confermato la tesi sostenuta dalla famiglia del giovane medico ucciso la notte del 14 febbraio 2015 nella discoteca Goa di Palermo: brutalmente pestato, Aldo è morto a causa di numerosi colpi inferti al collo, al capo e in faccia. La perizia – firmata da Pietrantonio Ricci, Umberto Sabatini e Domenico Laganà – ribaltò dunque l’esito dell’autopsia eseguita poche ore dopo l’omicidio da Paolo Procaccianti presso il Policlinico di Palermo.

Piccolo passo verso la verità

“Questa sentenza – affermano i genitori di Aldo, Rosario e Anna Maria – rappresenta un ulteriore piccolo passo verso la verità. La lentezza dei processi e delle indagini non ci scoraggiano. Continuiamo a pregare e sperare che la giustizia possa trionfare. Una cosa è certa: andremo avanti con la nostra testardaggine e la nostra caparbietà fin quando tutti gli assassini di nostro figlio non saranno condannati”.

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