- Torna potabile l’acqua in centro a Palermo
- L’inquinamento da alluminio riscontrato nell’acqua distribuita dall’Amap è finalmente rientrato
- Polemiche su lunghi tempi per l’intervento e il silenzio di oltre un mese
L’Amap, la società che gestisce l’acquedotto di Palermo, informa che è rientrato l’allarme inquinamento da alluminio nell’acqua distribuita in molti quartieri di Palermo. “In merito alla criticità connessa alle acque in uscita dal Serbatoio di Monte Grifone – si legge in un documento dell’acquedotto – grazie alle modifiche ai processi di potabilizzazione suggerite dall’Istituto Superiore della Sanità e all’abbassamento delle temperature (meteo), già da qualche giorno si è fortemente ridotta la concentrazione di alluminio, rientrata al di sotto del valore previsto dalla normativa vigente per le acque potabili. I dati sono stati riscontrati tramite gli esami condotti quotidianamente da Amap tramite il proprio laboratorio, specificatamente attrezzato ed accreditato”.
L’allarme a inizio agosto
L’allarme con l’avviso di non usare l’acqua per il consumo umano era scattato all’inizio di agosto e reso pubblico il giorno 2. “In seguito alla comunicazione dell’Asp di Palermo che ha riscontrato il superamento del parametro alluminio nelle acque in uscita dal Serbatoio Monte Grifone, rispetto a limiti previsti dalla legge, e ai provvedimenti consequenziali assunti in via cautelare, è stato temporaneamente inibito l’uso per il consumo umano dell’acqua alimentata dal serbatoio” si limitava a far sapere Amap.
Le zone di Palermo interessate dal provvedimento erano Bonagia, Belmonte Chiavelli (parte bassa), Calatafimi, Zisa, Roccella-Basile, Noce, Uditore.
La causa del problema: troppo caldo
L’alta concentrazione di alluminio è una problematica connessa con la modifica della cinetica chimica al processo di potabilizzazione dovuta verosimilmente alle elevate temperature ambientali, che ieri hanno toccato punte di 45 gradi. Le analisi chimiche relative al 27 e al 29 luglio condotte da Amap hanno comunque evidenziato valori più bassi rispetto a quelli riscontrati dall’Asp.
La scoperta della fragilità del sistema
“Purtroppo non è possibile alimentare con altri serbatoi alcune delle zone alimentate dal Serbatoio di Monte Grifone – aveva fatta sapere l’acquedotto rendendo pubblica questa fragilità del sistema – mentre laddove possibile sono state effettuate miscelazioni con altre acque provenienti da altre fonti, tanto da permettere la soluzione del problema per il quartiere Uditore”.
Sul silenzio durato settimane dopo il primo annuncio ” La società, come fatto fin dall’insorgere del problema, continuerà ad informare regolarmente la cittadinanza e la stampa, informando costantemente le autorità coinvolte”.
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