“Il dialogo con l’azienda riprenderà ma servirà anche l’intervento del governo sull’intero settore dei call center che è in forte crisi a causa delle gare pubbliche d’appalto basate sul massimo ribasso”. E’ questa, in sintesi, la visione della vertenza Almaviva del segretario nazionale dell Cgil, Susanna Camusso, oggi a Palermo.

“Stiamo cercando in tutti i modi di evitare i licenziamenti, – spiega la Camusso – ma il settore dei call center paga, più di ogni altro, la logica delle gare al massimo ribasso e delle esternalizzazioni fuori dal Paese determinando una concorrenza sleale. Su questo ci aspettiamo l’applicazione concreta di norme esistenti passando a una effettiva attuazione. Continuiamo a chiedere che a partire dalle aziende pubbliche non si facciano gare al massimo ribasso e si rispettino contratti di lavoro e condizioni”.

“La vertenza Almaviva come quella di altri call center in altre città italiane dimostra che occorre una necessaria trasformazione in questo settore per fare il salto” ha aggiunto. A chi le ha chiesto un commento sulla rottura delle trattative tra azienda e sindacati dopo la bocciatura da parte dei lavoratori dell’ipotesi di accordo sulla solidarietà fino a novembre Camusso ha risposto: “Non c’è stata una rottura, ma una ipotesi del Governo che non avendo la prospettiva concreta di portare a soluzione il problema, ma rinviandolo di qualche tempo, è stata respinta dai lavoratori”.

Quindi la Camusso suggerisce la governo Renzi la stda da percorrere per provare a riordinare il settore dei call center: “La vertenza Almaviva dipende anche dalla difficoltà di un settore intero e servono, quindi, misure di politica industriale e investimenti, come è stato per Termini Imerese. Non e’ una vertenza risolvibile solo
con l’azienda”.

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